Il gioco del Lotto va all’asta per finanziare la Legge di Bilancio
Il gioco del Lotto va all’asta per finanziare la Legge di Bilancio. La concessione che scadrà a novembre 2025 verso una gara da 800 milioni. Per prendersi un gioco che in termini di raccolta porta a casa fino a 8 miliardi l’anno. Il governo Meloni però ha deciso di anticiparla di un anno. E, scrive Il Messaggero, cercando di incassare di più dell’asta di sette anni fa. Quando il gruppo Igt sborsò 770 milioni per assicurarsi la gestione. L’aggio di gara, ovvero la quota di raccolta che spetta al concessionario, oggi è del 6%. La gara del Lotto dovrebbe permettere quindi un incasso di 400 milioni subito. Mentre gli altri arriverebbero nel 2025. Il Lotto all’asta finirà nei decreti attuativi della riforma fiscale. Dove dovrebbe trovare spazio fin da subito la gara per la concessione della raccolta delle scommesse online.
6 milioni di euro
I diritti di raccolta dovrebbero essere assegnati a un prezzo fisso di 6 milioni di euro. Senza un tetto alle concessioni. A fare domanda per la raccolta online potrebbero arrivare tra i 30 e i 40 operatori. Per un incasso massimo di 240 milioni. Per la raccolta a distanza invece potrebbe arrivare un aumento della tassazione. L’attuale aliquota del 22% calcolata sul margine (ovvero sulla differenza tra le raccolte e le vincite) dovrebbe salire al 26. Portando un gettito di un’altra settantina di milioni. Nel pacchetto arriverebbe anche una regolarizzazione per i Punti Vendita e Ricarica. I Pvr sono attività che reclutano giocatori per un sito di scommesse sportive tramite un esercizio commerciale. Le stime più attendibili parlano di 70 mila interessati. L’idea è quella di chiedere a ciascuno di loro una cifra tra i 200 e i 700 euro per esercitare l’attività.
La regolarizzazione dei Punti Vendita e Ricarica
La regolarizzazione dei Pvr porterebbe in cassa 30-35 milioni. Ma resta invece sullo sfondo la gara su sale scommesse e slot. Ovvero Awp e videolottery. Le concessioni sono state prorogate fino alla fine dell’anno prossimo. Ma la messa a gara è impossibile a causa delle leggi regionali che impongono distanze minime nelle sale. È possibile però che alla fine arrivi una proroga a pagamento. Non ci sono invece sul tavolo ipotesi di inasprimento della cosiddetta Tassa sulla Fortuna. Attualmente è fissata al 20% se la vincita supera i 500 euro.
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