Anzio, parla il padre del 19enne pestato a sangue e investito: «In tre contro uno. Gabriele non meritava questo»
Domenica alle 17 in piazza Cesare Battisti ad Anzio Gabriele stava passeggiando con due amici. Era il suo giorno libero, lontano dalla cucina del ristorante in cui lavora come aiuto cuoco. Il 19enne ha visto la Panda schivare alcune persone che aspettavano l’arrivo del bus al capolinea, girando intorno alla piazza a forte velocità. Non ci ha pensato due volte ed è subito intervenuto per rimproverare i tre che invece, dopo un battibecco, sono scesi dalla vettura e lo hanno massacrato di botte, investendolo poi con l’auto. Il padre di Gabriele è stato intercettato dall’edizione romana de Il Corriere della Sera. «Se la sono presa con lui, in tre contro uno. Sono belve, quando li prendono devono restare in carcere», spiega, prima di rientrare nel reparto dove è ricoverato il figlio. Il giovane è in via di miglioramento, era arrivato in ospedale in condizioni critiche. Abita con il padre alla periferia di Anzio, non ricorda molto dell’aggressione. «Rammenta l’auto che corre e poi si ferma. E poco altro – conferma il papà -. Gabriele è un ragazzo tranquillo, tanto che mi fanno i complimenti per quanto è educato. Non si meritava che gli accadesse una cosa del genere».
Alla ricerca del terzo picchiatore
Ieri per l’aggressione sono stati fermati due gemelli ventenni, italiani di origine bosniaca. La cattura del terzo picchiatore potrebbe essere questione di ore, così come il ritrovamento dell’auto. Restano da chiarire alcuni punti sulla vicenda. Se qualcuno ha aiutato il terzetto a nascondersi dopo l’aggressione e se Gabriele è stato preso di mira anche per altri motivi, dato che sarebbe stato inseguito per via 22 Gennaio, dove è poi caduto. Lì, per strada, è stato trovato un coltello a serramanico. «Era chiuso e non era suo», assicura il padre.