Casalnuovo, messa per Messina Denaro convocata e poi annullata. Chiesa sotto sequestro: «Irregolarità urbanistiche»
«Il parroco chiede scusa a tutti per quanto accaduto». Prova a chiudere così le polemiche don Tommaso Izzo, della Parrocchia S.S. Annunziata di Licignano in Casalnuovo di Napoli, che in mattinata aveva annunciato una messa in suffragio di Matteo Messina Denaro – il boss di Cosa Nostra morto il 25 settembre scorso per le complicanze di un tumore dopo 30 anni di latitanza e 8 mesi di detenzione. Il prete era poi tornato sui suoi passi, annullando la messa per «prudenza pastorale», come aveva comunicato sui social. La sua decisione aveva sollevato un polverone, come i messaggi di cordoglio per il boss stragista comparsi sui social nei giorni successivi alla sua morte e le parole di alcuni cittadini di Castelvetrano. Ma la decisione di celebrare una messa in ricordo di Messina Denaro, al quale episcopato siciliano e Questura di Trapani avevano negato i funerali come accade per tutti i boss mafiosi, aveva fatto indignare anche il sindaco del comune del Napoletano, dell’Antimafia e del deputato Francesco Emilio Borrelli. «È un’offesa a migliaia di vittime della criminalità», ha scritto il parlamentare segnalando la vicenda, «il parroco aveva confermato sottolineando che è un dovere di ogni cristiano pregare per tutti gli esseri umani anche quelli più cattivi. Ma una cosa è pregare in privato, altro è organizzare eventi pubblici».
Il sindaco e il sequestro
«È stato un fedele a chiedermi di celebrare una messa in suffragio di Matteo Messina Denaro, gliel’avevo segnata, ma l’abbiamo annullata per prudenza pastorale», aveva spiegato all’Ansa don Tommaso, «non sono stato io a pubblicizzare la messa su Facebook ma un collaboratore. Però è stata annullata. Ricordo che chiunque può chiedere di pregare per qualche defunto. Se mi chiedono una messa, io la segno e la celebro. Ma questa, ripeto, è stata annullata per prudenza pastorale». La possibilità che si celebrasse una messa per Messina Denaro nel suo territorio aveva fatto infuriare il sindaco di Casalnuovo, Massimo Pelliccia: «Aberrante, una cosa assurda, inaccettabile, vergognosa. Siamo intervenuti prima con la nostra polizia e successivamente allertando il vescovo di questa follia, eravamo pronti a intervenire con un’ordinanza per impedire questo scempio». Non è stato necessario, ma dai rilievi dei vigili sono emerse altre criticità nella struttura e ora sono stati apposti i nastri bianco e rossi: «Nell’ambito dei controlli sulla chiesa sono emerse una serie di difformità urbanistiche per lavori realizzati all’interno degli spazi. Alcune aree sono state preventivamente sottoposte a sequestro: seguiranno controlli ed accertamenti sulla vicenda».
«Voglio stigmatizzare con forza quanto accaduto, ha scritto su Twitter/X il presidente della commissione parlamentare Antimafia», Chiara Colosimo, «un’iniziata raccapricciante in contrasto con il processo di scomunica che la chiesa ha avviato per i mafiosi e che merita la condanna incondizionata di tutti quelli che credono nello Stato. Questo è un monito a non abbassare mai la guardia su legalità e giustizia». E sulla vicenda nel pomeriggio è intervenuto anche il vescovo di Acerra, Antonio Di Donna: «Tutta la diocesi prende le distanze dall’incresciosa e autonoma iniziativa, un fatto che sprona ed esorta a serrare ancora di più le fila tra clero e laici nell’educazione alla giustizia, perché nessun cedimento, ieri come oggi, venga tollerato su questo fronte».
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