Taglio del cuneo, riduzione dell’Irpef, pensioni : come sarà la legge di bilancio 2024 del governo Meloni
La legge di bilancio del governo Meloni parte da 14 miliardi di disavanzo. E peserà per 20 o 25 miliardi, 13 in meno di quella precedente. I 14 miliardi sono lo spazio in deficit ricavato dalle stime dell’esecutivo nella Nota di aggiornamento al Def. Confermati il taglio del cuneo fiscale e la riduzione dell’Irpef, nella manovra fa capolino un pacchetto famiglia con gli incentivi per la natalità e la proroga di Quota 103 insieme alla revisione di Opzione Donna. Incerto l’aumento delle pensioni minime a 700 euro e il Ponte sullo Stretto di Messina. Via libera invece al rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici, a partire dalla sanità. C’è anche l’ipotesi del taglio delle tasse sugli straordinari. Più difficile la flat tax sulle tredicesime di tutti i lavoratori. Visto che servirebbero 2 miliardi di euro.
Il tesoretto
Con ordine. Lo spazio fiscale in manovra in gran parte sarà recuperato aumentando l’indebitamento del prossimo anno. Da un tendenziale del 3,6% si passa al 4,3% secondo la Nadef. L’obiettivo di crescita del Prodotto interno lordo viene fissato all’1,2% per il 2024. Il debito è previsto a quota 140,1%. I principali interventi in cantiere sono:
- la proroga del taglio del cuneo fiscale: senza, 11 milioni di lavoratori si troverebbero con un taglio pari a 98 euro in busta paga. La proroga per il 2024 costerà circa 10 miliardi;
- Quota 103: ovvero la possibilità di andare in pensione con 62 anni d’età e 41 di contributi, insieme all’Ape sociale (un assegno fino a 1.500 euro a partire dall’età di 63 anni, con 30 o 36 anni di contributi secondo i casi, per accompagnare determinate categorie alla pensione) e di Opzione donna, allentando però la stretta sui requisiti decisa per il 2023;
- il taglio delle aliquote Irpef, che però potrebbe scattare a metà anno, riducendo quindi l’impatto sui conti dello Stato. Se passasse l’idea di accorpare le prime due aliquote portando quella minima fino alla soglia dei 28mila euro, servirebbero circa 4-5 miliardi di euro all’anno.
Resta il problema di fare cassa. Il governo conta sulla tassa sugli extraprofitti delle banche. Che porterà un gettito ufficialmente non contabilizzato ma sul quale l’esecutivo comunque conta. Anche se si tratterà di entrate una tantum per qualche miliardo di euro.
I dipendenti pubblici
Ieri in Consiglio dei ministri un decreto legge ad hoc ha deciso la proroga di tre mesi, dal 30 settembre al 31 dicembre 2023, dello smart working per i lavoratori «fragili» della pubblica amministrazione, con uno stanziamento di 1,67 milioni. Potranno continuare a lavorare da remoto i dipendenti pubblici disabili, immunodepressi o con malattie oncologiche. Ma il piatto forte per i dipendenti pubblici è il rinnovo del contratto. Si partirà dalla sanità. La dotazione è di 3 miliardi. La natalità, tema prioritario per l’esecutivo, ha già sul tavolo una serie di ipotesi: dagli aiuti per le famiglie con almeno 3 figli ai bonus per il secondo figlio, agli sgravi per le mamme che lavorano. Per tutto servirebbero circa 1,5 miliardi. Serve qualcosa anche per il capitolo imprese: il ministro Adolfo Urso vuole rifinanziare la Nuova Sabatini (la legge che prevede agevolazioni a sostegno degli investimenti in beni strumentali e tecnologie), un bonus per l’autotrasporto e una riforma del fondo di garanzia della Pmi.
Dove trovare i soldi
Entro il 15 ottobre va inviato a Bruxelles il Documento programmatico di bilancio, mentre entro il 20 ottobre la legge di bilancio deve arrivare alle Camere. La caccia alle risorse è già partita e guarda a 360 gradi, dal Lotto al riordino delle agevolazioni fiscali, fino a un rafforzamento della spending review che potrebbe arrivare a 2 miliardi nel 2024. Difficile invece che si faccia leva sulle privatizzazioni per il debito. Per fare cassa si guarda anche al riordino delle agevolazioni fiscali che potrebbero rendere circa un miliardo. Altri 2-3 arriveranno dalla Global minimum tax, mentre dalla plastic e sugar tax circa 650 milioni e 300 milioni dalla spending. Molto più incerte le operazioni, suggerite di recente dal vicepremier Matteo Salvini, del minicondono edilizio e di quello per le microcartelle. O anche della voluntary disclosure sui capitali detenuti all’estero.
Il Monte dei Paschi di Siena
La giornata ha visto rincorrersi voci di possibile avvio della cessione della quota di Monte dei Paschi detenuta dal Mef dopo il salvataggio dell’istituto di credito operato negli scorsi anni. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha chiarito: «Il se e il quando le privatizzazioni verranno effettuate lo decide il ministro dell’Economia. Mps è una storia di un grande successo italiano, una banca solida. Se e quando verranno decise delle operazioni lo deciderà il ministro dell’Economia e lo dirà, evitando fenomeni di speculazione che invece di sembra di vedere in questi giorni».
Leggi anche:
- Nadef, il governo certifica l’aumento del rapporto deficit/Pil. Nel 2023 è passato dal 4,3% al 5,3%: «Effetto del Superbonus» – Il video
- Istat: il Pil italiano frena più del previsto. Nel secondo trimestre in calo dello 0,4%
- Il risveglio amaro dell’economia italiana: il Pil cala nel secondo trimestre, mentre cresce in Eurozona