Gli sceneggiatori di Hollywood tornano al lavoro, così è finito lo sciopero: i limiti nel contratto sull’intelligenza artificiale
Dopo 148 giorni di sciopero, gli sceneggiatori del cinema e della televisione statunitensi, compresi quelli che avevano tenuto in stallo lo sviluppo di prodotti di Netflix e altri servizi di streaming, torneranno a lavorare. Lo sciopero si interrotto perché la Writers Guild of America, il sindacato che rappresenta oltre 11.500 lavoratori della categoria, ha trovato l’accordo con le compagnie cinematografiche su un nuovo contratto che ora dovrà essere firmato dalle parti, le quali potranno esprimersi a partire da lunedì prossimo fino al 9 ottobre. La gilda ha definito l’accordo provvisorio «eccezionale». Molte delle richieste della categoria sono state accolte. La protesta era nata a causa delle basse paghe e dei ritmi di lavoro imposti dalle piattaforme di streaming. A ciò si aggiungono i pericoli dell’intelligenza artificiale, che grazie all’abilità nell’elaborazione di testi, riduce drasticamente la necessità di sceneggiatori e la costante riduzione del personale nelle produzioni.
Cosa c’è nel nuovo contratto
Tra i risultati raggiunti nell’accordo provvisorio, c’è l’istituzione di un compenso da elargire agli sceneggiatori in base a quanti iscritti ha la piattaforma di streaming che distribuisce il contenuto, piuttosto che una cifra fissa stabilita in partenza. Una conquista che si avvicina alla richiesta degli sceneggiatori, che spingevano per ottenere un compenso basato sul numero di visualizzazioni del prodotto. Vengono anche stabiliti dei minimi di personale che deve essere ingaggiato in base alla durata e al numero di puntate della produzione. Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, questa non potrà essere utilizzata dagli studios per riscrivere materiale originale degli sceneggiatori. Saranno invece questi ultimi a potersi affidare all’AI – in una decisione completamente discrezionale – se la casa di produzione lo consente.
Perché gli attori protestano
La Writers Guild ha fatto sapere, citata dal New York Times, che il contratto provvisorio include miglioramenti per un valore stimato di 233 milioni di dollari all’anno. Quando la contrattazione è iniziata in primavera, la gilda ha proposto miglioramenti per 429 milioni di dollari, mentre gli studios hanno risposto con 86 milioni di dollari, secondo la gilda. Ciò non significa, però, che l’industria cinematografica di Hollywood sia tornata a pieno regime. Se gli sceneggiatori sembrano aver raggiunto un accordo infatti, decine di migliaia di attori rimangono in sciopero, assieme a circa 100 mila tra tecnici, cameramen, e stilisti, per motivi che in certi casi si sovrappongono a quelli degli sceneggiatori. Tra tutti l’intelligenza artificiale, che minaccia di lasciare a casa migliaia di comparse e con loro buona parte dei lavoratori del settore. Al momento sono 176 gli show la cui produzione è stata sospesa, per un valore complessivo di 10 miliardi di dollari.
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