«Il Nagorno Karabakh cesserà di esistere a fine anno». L’annuncio delle autorità mentre l’enclave si svuota: 65mila sfollati già in Armenia – Le foto
La repubblica separatista del Nagorno Karabakh cesserà di esistere tra poche settimane, formalmente dal 1° gennaio 2024. Lo prevede un decreto emanato questa mattina dal leader della repubblica autoproclamata a maggioranza armena, riconquistata di fatto dall’Azerbaigian al termine della guerra-lampo della scorsa settimana. Il decreto prevede che siano sciolte il primo giorno del 2024 tutte le istituzioni e organizzazioni governative e che di conseguenza «la Repubblica del Nagorno Karabakh (Artsakh) cesserà di esistere». Da giorni, dopo la vittoria dell’Azerbaigian, i cittadini armeni della regione sono in fuga verso il Paese «madre», per paura di rappresaglie da parte delle autorità azere che hanno ripreso il controllo del Nagorno, nonostante le promesse di Baku di rispettarne i diritti. Secondo le autorità armene sono già oltre 65mila i rifugiati giunti nel Paese, più della metà della popolazione della regione separatista. Negli scorsi giorni i loro leader avevano preannunciato che l’intera popolazione, pari a circa 120mila persone, se ne sarebbe andata, Baku ha aperto domenica l’unica strada che collega l’enclave all’Armenia, quattro giorni dopo la capitolazione dei separatisti e un accordo di cessate il fuoco che ha spinto migliaia di civili armeni a fuggire dall’arrivo delle forze azere. Nel decreto emanato oggi si precisa che una volta conosciute le condizioni per il ritorno della regione sotto il controllo azero, gli abitanti e i rifugiati «potranno prendere individualmente la decisione di rimanere (in Armenia, ndr) o tornare nel Nagorno Karabakh».
Dopo l’offensiva militare lampo e il cessate il fuoco mediato da Mosca, l’Azerbaigian sta prendendo il controllo della regione separatista, mentre da domenica ha aperto l’unica strada che collega l’enclave all’Armenia, consentendo di fatto lo «svuotamento» del Nagorno-Karabakh. Parte dellla popolazione armena, tanto dell’enclave quanto del Paese-madre, è tuttavia su tutte le furie con il governo di Erevan per aver di fatto rinunciato a combattere per difendere l’enclave. E il premier Nikol Pashinyan è così costretto a difendersi, alzando a sua volta il tono: «L’analisi della situazione mostra che nei prossimi giorni non ci sarà più alcun armeno nel Nagorno-Karabakh. Questo è un atto di pulizia etnica», ha detto Pashinyan commentando l’esodo di massa in corso dalla regione.
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