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I party alcolici dei minorenni a Canazei con la casa distrutta: tra gli imputati anche il figlio di un politico

29 Settembre 2023 - 10:08 Redazione
La baita era stata presa di mira in tre diverse occasioni, tra il dicembre 2020 e l’aprile 2021

Sebbene la notizia dei dodici minorenni che hanno invaso e devastato la casa di una coppia di Canazei, con tanto di selfie, sia emersa soltanto negli ultimi giorni, tra gli abitanti della località tutti sapevano, da anni. Lo dichiara al Corriere della Sera l’avvocato Karol Pescosta, titolare dello studio legale di Pozza di
Fassa, che difende uno dei dodici teenager trentini della «Canazei bene» che ora dovranno rispondere a vario titolo di danneggiamento e invasione di terreni ed edifici in concorso di fronte al Tribunale dei minorenni di Trento. «Le foto di quei festini alcolici sono rimbalzate sui cellulari di tutti i ragazzi del paese e tra i giovani coinvolti, studenti dell’istituto alberghiero di Tesero, c’è anche il figlio di un notissimo politico della zona», ha dichiarato Pescosta.

I fatti

I fatti risalgono all’inverno tra il 2020 e il 2021, mentre la denuncia è stata sporta nel giugno del 2021 dalla nipote dei proprietari dell’abitazione. La struttura non sarebbe stata presa di mira un’unica volta, ma ben tre: festini alcolici tra un lockdown e l’altro, finiti in devastazione. Mobili distrutti, infissi interni ed esterni anche, elettrodomestici fatti volare dalle finestre. E poi, oltre all’alcol, ovunque residui di junk food, di bagordi adolescenziali: patatine, pop-corn, bibite energetiche, brioches, merendine e caramelle. «Una minorenne era stata trascinata di peso fuori dalla casa in stato di incoscienza e quasi in coma etilico – spiega la legale -. I genitori della ragazzina, allertati dal gruppo, erano andati a prenderla in macchina a breve distanza dalla casa oggetto di devastazioni, ma quell’episodio non pare averli insospettiti».

Il capobranco

Il ragazzo che viene considerato il leader del gruppo, quasi maggiorenne, è già noto alle forze dell’ordine, ed è stato accusato anche per detenzione e spaccio di stupefacenti (di cui farebbe uso abitualmente, scrive il Corriere). Proprio lui, spiega Pescosta, era riuscito a convincere gli altri che la casa era dello zio e prossima alla demolizione. E proprio lui aveva postato su Instagram una foto dell’immobile devastato: così i carabinieri hanno potuto stringere il cerchio delle indagini. «Nell’immagine, che lo ritraeva in un atteggiamento poco dignitoso mentre imbrattava una stanza, si vedeva chiaramente un armadio verde che i militari hanno riconosciuto come sfondo della baita di Canazei ridotta a brandelli», spiega l’avvocato. I danni ammonterebbero a circa 130mila euro, che dovranno essere risarciti dai genitori dei ragazzi coinvolti. Imprenditori, politici in vista e stimati dipendenti pubblici della località turistica. «È una brutta storia – ammette Pescosta -, in cui i ragazzi, che ora danno versioni contrastanti scaricandosi a vicenda le responsabilità, non ne escono bene. Ma neppure gli adulti». Il processo avrà inizio nel febbraio 2024.  

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