Puglia, la fuga dei pazienti verso i dentisti dell’Albania: «Pagano meno, ma poi tornano in Italia per sistemare i danni»
Appena 71 chilometri separano la punta estrema della Puglia dall’Albania. Distanza irrisoria, che però corrisponde a migliaia di euro risparmiati sulla cure dentali per i moltissimi pazienti che ogni anno attraversano il Canale d’Otranto per farsi curare a Tirana e dintorni, con risultati non sempre soddisfacenti. È il caso di Flavia, nome di fantasia di una signora di Bari, che ha raccontato la sua tribolata avventura ortodontica al Corriere del Mezzogiorno. «Sono andata in Albania, a Tirana, in una clinica che si chiama Dental Turk. Non ho trovato l’annuncio in rete ma ne avevo sentito parlare. Lo studio ha fissato un appuntamento fornendomi molte spiegazioni sull’impianto». Un caso, quello di Flavia, come tanti altri. C’è chi lo scopre su WhatsApp, chi su Facebook, chi su tramite il passaparola, e chi sui siti web delle cliniche da cui si può prenotare direttamente un appuntamento, ma la destinazione è sempre la stessa.
I denti rotti e il rimedio fallito
Ben presto, per Flavia, sono iniziati i problemi. «Sono andata a Tirana e abbiamo cominciato subito con l’estrazione. Poi sono ritornata in Italia e, dopo sei mesi, di nuovo in Albania, dove mi hanno sistemato i denti definitivi. Ma non mi sono mai trovata bene», spiega la donna. «Mi hanno fatto provare un dolore pazzesco per tutto il periodo della degenza tra i denti provvisori e quelli fissi. Ma soprattutto mi hanno dato seri problemi: le gengive mi facevano male, i denti si spezzavano, avevo problemi di masticazione», continua. A quel punto Flavia ha contattato nuovamente la Dental Turk per riparare il danno. Attraversato l’Adriatico di nuovo, i problemi non erano stati risolti. «Ritornando in Puglia i denti si sono di nuovo spezzati negli stessi punti. Così loro mi hanno chiesto di tornare. Ma ho detto no, e ho contatto una clinica in Italia, in Puglia, dove ho ricominciato il lavoro. Il risultato? Ero andata in Albania perché mi attirava il prezzo, di 10 mila euro totali. Ma adesso ci ho rimesso, perché sto rifacendo tutto».
Un’urgenza medica
Flavia si è recata nello studio del dottor Giuseppe Giorgio. «Ricevo molti pazienti provenienti dall’Albania, che, andati lì per motivi economici o per passaparola, tornano in Italia perché sono in condizioni disperate», spiega il dentista. C’è un target che ha problemi solamente estetici, e altri ancora con conseguenze ancora più serie, che presentano patologie o lesioni di nervi, come quello linguale o
mandibolare. È un fenomeno in crescita: si organizzano pullman o addirittura in certi casi gli studi dentistici albanesi si appoggiano su studi italiani, anche su Bari», continua Giorgio che con l’associazione “Andiamoinordine” raccoglie segnalazioni di casi come quello di Flavia «da far recepire al Ministero della sanità che si sta palesando questa urgenza medica odontoiatrica».
Il rapporto medico-paziente
Altri professionisti, come Patrizia Gadaleta, puntano il dito contro la perdita del rapporto tra dottore e paziente che si ha in casi come questi, oltre a lamentare il fatto che siano poi i dentisti pugliesi a dover riparare i danni fatti dai colleghi albanesi. «Il rapporto di fiducia che si instaura tra medico e paziente è fondamentale e non può essere mercificato – aggiunge l’odontoiatra. Il problema di questi centri è che il paziente non viene visitato dallo stesso dentista. O, addirittura, non lo trova più, perché quella catena chiude». Il medico così conclude: «Molti pazienti considerano il lato economico, senza guardare che dietro c’è professionalità e apparecchiature molto costose. I pazienti devono essere sensibilizzati su qualità e professionalità del dentista che hanno davanti».
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