Spot Esselunga, il pubblicitario della “famiglia Mulino Bianco”: «Non è un messaggio nuovo né rivoluzionario»
«Trent’anni fa, per la Barilla, proposi la storia di due coniugi che vivevano separati. Per l’epoca un tema importante. Lo spot non andò in onda: avrebbe creato imbarazzo sia nel cliente che nel pubblico. Dunque, parlare di separazioni non è né nuovo né originale». Non è rimasto particolarmente colpito da «La Pesca», lo spot Esselunga che dalla sua messa in onda è diventato l’oggetto del dibattito pubblico, Gavino Sanna, tra i più noti e importanti pubblicitari italiani e nel mondo. Suoi gli spot sulla famiglia Mulino Bianco e Barilla che a distanza di anni ancora influenzano un modo di raccontare e immaginare le famiglie italiane. Ma per Sanna, 83 anni, le sue non erano famiglie perfette: «Non erano perfette, erano reali. Parlavano alle persone, le portavano per mano. La famiglia che rappresentavamo noi era vera, perché si preoccupava della bambina che faceva tardi rientrando a casa, di un bambino adottato che proveniva da un altro paese del Mondo. Insomma, cose di tutti i giorni, storie che traevano spunto dalla vita quotidiana ma che si concludevano tutte con la riunione familiare, attorno alla tavola, per mangiare la pastasciutta». e c’è una grande differenza con le rappresentazioni di oggi: «Le varie tipologie di famiglia rappresentate negli spot sono solo una scusa, un modo per diffondere un’idea, un messaggio. Ma quella è comunicazione. Sono due piani diversi. Quando lavoravo io, sovrapporle era anche quella una innovazione, adesso è un modo di lavorare vecchio senza intuizioni».
La pubblicità «volgare»
Nessuna innovazione, nessuna idea, spiega a La Stampa Sanna: «Oggi del modello di famiglia rappresentato in tv non frega più niente a nessuno. La pubblicità è tutta volgare. La verità è che ormai la politica è dentro fino al collo nella pubblicità. Il “messaggio sociale” è una scusa per consentire al politico di turno di dire la sua. Guardate cosa è accaduto con quello dell’Esselunga: Giorgia Meloni ha detto che è bello. Un altro dice che è “toccante”. Secondo me meno se ne parla, meglio è».
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