Tiziano Ferro, la verità sui figli in Italia: «Non posso portarli a causa delle leggi Usa»
Il cantante Tiziano Ferro non può portare in Italia i figli dopo l’annuncio del divorzio da Victor Allen a causa delle leggi degli Stati Uniti. E non per quelle italiane. Lo dice lui stesso oggi in un’intervista al Corriere della Sera. Ferro si trova attualmente a Los Angeles insieme a Margherita e Andreas. Con Victor Allen il matrimonio si era celebrato il 25 giugno 2019 sempre a Los Angeles. Il 13 luglio dello stesso anno avevano replicato le promesse a Sabaudia. Nel colloquio con Candida Morvillo Ferro esordisce dicendo che appartiene a una generazione «i cui genitori non si sono lasciati “per il bene dei figli”. Ma creando in realtà solo scompensi e facendo respirare infelicità ai bambini».
Il divorzio e il libro
Spiega che «affrontare un divorzio non è mai bello, ma il mio è capitato con una tempistica tremenda, la sfiga ha sempre progetti precisi: è una vita che spero di scrivere un romanzo e, ora, la sua pubblicazione si scontra con un cataclisma come questo, che spero non prenda possesso della gioia che devo a me stesso e a chi mi segue». Si riferisce a La felicità al principio che esce domani, 3 ottobre 2023, per Mondadori. Poi aggiunge: «Però non potevo tenere nascosta la verità. Ho sempre vissuto mostrando una sola versione di me stesso, quella vera, e preferisco così piuttosto che inventare scuse e affrontare l’ansia che le cose possano venire fuori senza che le abbia potute spiegare. In questo momento, tuttavia, io che non sono invidioso, ammetto che invidio chi racconta di essersi separato nella pace più assoluta».
I figli
Poi affronta la questione dei figli e dell’Italia. Dice che la fase con cui ha annunciato il forfait «ha scatenato gli odiatori seriali e ha dato pane ai cretini, specie considerando che i miei figli erano con me in tour in Italia questa estate. Ora, non poter partire coi bimbi è dovuto non alle leggi italiane, ma a un tecnicismo noioso e fastidioso: avendo un divorzio in corso, non posso lasciare lo Stato della California coi miei figli. Sarei potuto venire da solo, ma avrebbe significato non potermi occupare di loro, che in questo periodo stanno soprattutto con me». Ferro aveva spiegato in precedenza di non aver fatto il passaporto ai figli perché il suo compagno non poteva comparire sul documento. Ora, secondo la legge Usa, in sede di divorzio Ferro dovrà trovare un accordo affinché i bimbi possano viaggiare.
Le leggi Usa
Subito dopo l’annuncio di Ferro la presidente dell’Associazione Coscioni Filomena Gallo aveva offerto aiuto legale al cantante per i figli. «Potrà certamente venire in Italia con i bambini che hanno già un passaporto e in base alle ipotesi sopra indicate potrà avere la trascrizione non impugnabile o impugnabile. In tal caso, caro Tiziano, se vuoi siamo pronti a difendere la tua famiglia legalmente affinché i tuoi figli abbiano riconoscimento e tutela in Italia. Se vuoi, ti aspettiamo a Milano», aveva spiegato Gallo, premettendo l’esistenza di leggi negli Usa che non permettono di viaggiare con i figli durante il divorzio senza un accordo tra i due genitori.
Il divorzio e i conflitti
Ferro spiega che attualmente i figli «sono in fissa con Mamma Maria dei Ricchi e Poveri. Colpa mia eh… Ancora ieri, ho rilanciato quel video per mezz’ora mentre loro ballavano, cantavano, saltavano. Li ho guardati e mi sono commosso: ho pensato che il mio atto di fede nel fatto che la mancanza di conflitto produce felicità sta funzionando. Metterlo in pratica è faticoso perché non è quello che ho visto fare nella vita, mi sono buttato alla cieca a fare una cosa che non conosco, ma mi sono fidato dei dottori. Io e Victor ci siamo rivolti a degli specialisti affinché ci aiutassero coi bambini e la prima e unica cosa che ci hanno detto è stata: teneteli lontani dai conflitti».
La felicità al principio
Poi parla del romanzo, che racconta la storia di un cantante, Angelo Galassi, che decide di sparire facendosi credere morto. Finché una vecchia fiamma non gli porta una bambina di 4 anni identica a lui. Tra i protagonisti c’è anche Bass Ferper, ovvero quello che sembra un seguitissimo rapper italiano. Ma Ferro smentisce: «Ma no, è il cliché dello youtuber, dell’instagrammer che diventa famoso in un mondo nel quale la fama non è necessariamente legata al talento. È un bugiardo che si adagia nella falsità pubblica con grande naturalezza, che abbraccia quello che gli conviene con spontaneità. L’elenco di quelli che gli somigliano sarebbe lungo. Ma nel corrispettivo della mia vita, un ex così non esiste perché io non ho l’istinto autolesionista di amare uno così: per me, l’amore deve favorire chi sei, non annullarti».
L’operazione alle corde vocali
Spiega che non si è operato alle corde vocali: «No. Poco prima di iniziare il tour, ho sentito un problema alla voce. In 25 anni, non mi era mai successo, ma lì ne ero certo. Ho detto: qualcosa non va. Sono andato dal medico e lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo: c’era un polipo alle corde vocali. Sapevo che c’era qualcosa perché non riuscivo a essere comodo nelle basse, che per me sono la cosa più facile del mondo. Mi hanno detto che non sarebbe regredito senza un’operazione». E quindi: «Ho scelto di continuare il tour, fare logopedia e di non dire nulla: non mi piace accaparrare benevolenza facendo il piagnone. Però, salivo sul palco con angoscia, col rischio che la voce mancasse di colpo, anche perché, più la sforzi, peggio è. Finito il tour, dopo due mesi di riposo forzato, sono tornato dai medici e il polipo era regredito al punto che non c’era più niente da operare. Sparito. Un mistero».
La psicosomatica
E per tutto ciò dà il merito alla psicosomatica: «Al cento per cento. Credo che corpo e testa siano profondamente connessi e la voce esprime quello che vuoi, quello che non vuoi e tace quello che non sai dire. Quello è stato un tour complesso anche perché ero nel mezzo di ciò che ha portato al divorzio. L’ho affrontato con una spada nel cuore. Di sicuro, vivevo l’incapacità di esprimere qualcosa e insieme il bisogno di farlo. Manco a farlo apposta, nel momento in cui questo qualcosa ha preso una forma, seppure brutta e spiacevole, nel momento in cui ho trovato la voce per uscire da quel limbo doloroso, il polipo è sparito».