Marelli sospende la procedura di chiusura dell’impianto di Crevalcore. Fiom: «La mobilitazione prosegue»
Nell’incontro al ministero tra Marelli e sindacati, l’azienda ha dato la propria disponibilità a sospendere a tempo indeterminato la procedura di chiusura dell’impianto di Crevalcore. Un’apertura che tiene però i sindacati in allerta poiché, sottolineano, l’iter di chiusura non è stato ritirato del tutto da Marelli. Lo stabilimento del Bolognese impiega 203 dipendenti nella produzione di motori endotermici. Il 19 settembre scorso l’azienda aveva definito «insostenibile» la «continuazione dell’attività», pertanto gli la produzione sarebbe stata trasferita a Bari. Al tavolo del Mimit, il ministero delle Imprese e del made in Italy, Marelli ha sospeso la chiusura per avere il tempo di «cercare un investitore per una reindustrializzazione del sito». «L’azienda», si legge in un comunicato, «ha condiviso la proposta del ministro Urso al fine di lavorare a un tavolo congiunto con il governo, la regione Emilia-Romagna e le parti sociali, per l’identificazione di una soluzione che preservi la continuità industriale del sito di Crevalcore». I sindacati hanno espresso la soddisfazione per il risultato raggiunto, ma rimangono cauti. «Un primo, seppur piccolo, risultato conseguito grazie alle mobilitazioni dei lavoratori di tutti gli stabilimenti italiani e grazie alla solidarietà dimostrata dalle istituzioni pubbliche», hanno dichiarato il segretario nazionale Uilm del settore automotive Gianluca Ficco e il segretario generale della Uilm di Bologna Stefano Lombardi. Più dura la Fiom, che non intende interrompere l’agitazione. «La sospensione a tempo indeterminato della procedura di chiusura dello stabilimento è un primo importante risultato, frutto anche della mobilitazione dei lavoratori di tutto il gruppo, ma non sufficiente. La vertenza è tutt’altro che risolta», scrivono in una nota Samuele Lodi e Simone Selmi, rispettivamente segretario nazionale e segretario generale Fiom-Cgil di Bologna. Durante l’incontro a Roma, l’azienda ha anche spiegato «le difficoltà oggettive» dello stabilimento in merito «alla transizione, alla mancanza di commesse e alla scelta di Stellantis di lavorare su piattaforme ex Peugeot e non ex Fiat», dando quindi mandato a un advisor per trovare acquirenti e investitori per rilanciare l’impianto di Crevalcore.
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