Renzi ci riprova, l’ultima apertura a Calenda: «Se vuole l’accordo per le Europee ci sono»
«Calenda cambia idea una volta al mese, più che Calenda è un calendario». Ospite di Bruno Vespa nelle trasmissioni 5 Minuti e Porta a Porta, Matteo Renzi usa una battuta per attaccare il suo vecchio partner del Terzo Polo. Un tira e molla che sembra non avere fine, dopo la rumorosa rottura dei due leader di Italia Viva e Azione dello scorso aprile, che ha dato vita a una serie di addii (o arrivederci) da un partito all’altro in un gioco di vasi comunicanti. Ma, come spesso accade tra i due, alle parole amare sono seguite quelle dolci. «Con Calenda non ho alcun problema personale», dice il senatore toscano, «anche se ha lasciato a metà un po’ di cose, all’improvviso ha rotto la federazione del Terzo polo, di cui era presidente. Dobbiamo stare un anno su questa telenovela? No. Se vogliamo fare la lista unitaria io ci sto, noi ci siamo. Se Calenda non è disponibile, con tutto l’affetto per Calenda, faccia quello che crede, se non vuol fare l’accordo amici come prima». Difficile dire se vi saranno sviluppi a questa apertura, per ora rimane il freddo augurio di buona fortuna di Calenda a Renzi quando quest’ultimo ha annunciato la candidatura alle prossime Europee con un nuovo “brand“: «Tanti auguri per il progettino del Centro, qualunque cosa sia, e per la candidatura», aveva dichiarato il segretario di Azione.
Renzi sul governo: «Dura fino al 2027, ma…»
Il presidente di Italia Viva ha poi criticato il governo per la gestione della crisi migratoria, tra l’aumento degli sbarchi e le tensioni con i partner europei. «Meloni chieda scusa agli italiani, ci ha preso in giro», tuona Renzi, «e faccia un giro in Europa, perché quelli che contestano l’Italia sono Orban e la Polonia». Secondo l’ex premier e sindaco di Firenze poi, l’esecutivo arriverà a fine legislatura ma con un sussulto: «Meloni arriva al 2027, ma fa un rimpasto perché ha dei ministri improvvisati».
Le critiche a Schlein e Tajani
E se da una parte dà la sua disponibilità a un difficile accordo con Calenda, dall’altra attacca la segretaria del Partito democratico e il segretario di Forza Italia. Secondo Renzi, Elly Schlein sarebbe la «sesta stella» del Movimento 5 Stelle, che sarebbe schierata con «Conte, le toghe rosse, Cgil e il reddito di cittadinanza». Una stroncatura anche per Antonio Tajani, il ministro degli Esteri che dopo la morte di Berlusconi ha preso la guida di Forza Italia e deve governare una difficile transizione. Secondo il senatore toscano, sarà un fallimento: «Se con Berlusconi FI ha fatto l’8%, con Tajani pensate possa fare lo stesso? Io penso che farà la metà. Con Berlusconi è “Forza Italia”, con Tajani è “Debolezza Italia”, con tutto il rispetto». E non è un mistero che Renzi ha l’ambizione di attrarre proprio una parte di quell’elettorato.
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