Incidente Mestre, spuntano i dubbi sul guard rail sfondato: «Vecchio e inidoneo a garantire la sicurezza»
«Lo avevano prenotato in 16, ma alla fine sono saliti in 35». A parlare è Massimo Fiorese, l’amministratore delegato de La Linea, l’azienda di trasporto dell’autobus precipitato ieri sera 3 ottobre a Mestre (Venezia) provocando la morte di 21 persone, tra cui il conducente, un neonato di pochi mesi, un 12enne e una ragazza minorenne. Ma secondo l’ad si tratta di «una situazione abbastanza comune anche perché il pullman elettrico era comunque riservato espressamente ai clienti del campeggio». Al momento, non sono ancora state accertate le cause che hanno portato alla tragedia avvenuta lungo il cavalcavia Vempa, anche se alcune ipotesi si sono già profilate, tra cui un malore del conducente, una sbandata o un problema tecnico.
Il guard rail che doveva essere rifatto
Fiorese, intanto, inizia a sollevare alcuni dubbi sul guard rail – ora sotto sequestro – a protezione del cavalcavia sfondato dall’autobus: «Dai video il guard rail sembra una ringhiera, le immagini dei filmati che abbiamo visionato mostrano il pullman che si appoggia alla protezione che è quasi una ringhiera». Un aspetto di rilievo nella dinamica della tragedia anche secondo l’assessore comunale ai trasporti, Renato Boraso, che aggiunge un passaggio in più: «Nel progetto da oltre 6 milioni di euro di rifacimento del cavalcavia erano compresi anche un nuovo guard rail e la modifica del parapetto». Sull’ipotesi che il guard rail non fosse idoneo a garantire la sicurezza su un tratto di strada pericoloso come il cavalcavia Vempa concorda Domenico Musicco, presidente della onlus Associazione Vittime Incidenti Stradali sul Lavoro e Malasanità. «Poco o nulla era stato fatto per prevenirlo (l’incidente, ndr) e mi riferisco al guardrail sfondato dal mezzo, che già a prima vista appare di tipo ‘vecchio’ e comunque totalmente inidoneo a garantire la sicurezza. Si tratta infatti di un viadotto di grande percorrenza. Questo aspetto è già sicuramente al vaglio degli inquirenti e sarà oggetto di consulenze», dichiara.
Salvini: «Non è un problema di guardrail». Il prefetto: «Ogni ipotesi al vaglio»
Nel merito interviene anche il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, che tenta di spegnere i dubbi sulla questione: «Non è un problema di guardrail», chiosa il leader della Lega. Più prudente il ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, che afferma: «È ancora presto per arrivare alle cause della dinamica, c’è un fascicolo aperto dalla magistratura, ogni istituzione si sta impegnando a condurre le proprie indagini». Il Prefetto di Venezia Michele Di Bari, infatti, fa sapere che «ogni possibilità è al vaglio degli inquirenti».
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