La strana teoria di Sallusti sull’addio di Giannini a La Stampa: «Lo ha silurato il Quirinale». Interviene il Colle: «Farneticazioni»
Perché Massimo Giannini non è più direttore della Stampa? È stato silurato o è una decisione presa di comune accordo con l’editore Gedi? A qualche giorno dall’annuncio ufficiale, è il diretto interessato a fare chiarezza sulla questione. Incalzato da Lilli Gruber a Otto e mezzo, Giannini risponde alla ricostruzione fatta in questi giorni da Libero, secondo cui la direzione della Stampa avrebbe deciso di silurare l’ormai ex direttore. «Non è snobismo il mio, ma confesso che non ho letto il penoso articolo dei volonterosi carnefici di Giorgia Meloni», dice senza mezzi termini Giannini nel corso della trasmissione di La7. La verità, spiega l’ex direttore della Stampa, in realtà è un’altra: «Da giugno con il mio editore abbiamo avviato una riflessione sulla natura del giornale e su come lo si potesse rafforzare. Dopo una riflessione prolungata, si è deciso che La Stampa deve recuperare un rapporto diretto e vicino con il territorio». A prendere il suo posto è Andrea Malaguti, mentre Giannini passa a Repubblica in veste di editorialista e opinionista.
La spiegazione di Giannini
Nel corso della trasmissione, Giannini ha descritto i tre anni passati alla guida del quotidiano piemontese come «un’esperienza faticosa ma entusiasmante». E per quanto riguarda le ricostruzioni sul suo presunto siluramento avvenuto per ragioni politiche, e in particolare per l’ostilità al governo Meloni, il giornalista risponde così: «Non voglio credere che sia questa la spiegazione e non lo credo. Se fosse così, se l’attuale presidenza del consiglio potesse convincere un gruppo editoriale privato a mettere o togliere un direttore, allora domattina dovremmo scendere tutti in piazza a manifestare». Giannini poi aggiunge: «Io torno a casa mia, perché Repubblica è stata la mia casa per 33 anni. Non vado ai giardinetti».
Il presunto ruolo del Quirinale
A un certo punto c’è un’altra voce che si aggiunge alla discussione: è quella di Alessandro Sallusti. «Tra tutti i nomi citati come possibili mandanti del siluramento io non escluderei nemmeno il Quirinale», azzarda il direttore del Giornale. Il riferimento è a una nota pubblicata dal Colle nei giorni scorsi, in cui la presidenza della Repubblica si dichiara stupita delle interpretazioni fatte da alcuni giornali – non meglio precisati – delle parole di Sergio Mattarella sull’importanza del servizio sanitario nazionale. Secondo Sallusti, il Quirinale si riferiva proprio alla Stampa. «Ma tu credi davvero alle cose che dici?», gli chiede Giannini. E alla fine, per quanto inusuale, è proprio il Colle a intervenire, con Giovanni Grasso – consigliere per la stampa della presidenza della Repubblica – che definisce le ricostruzioni di Sallusti «assolutamente farneticanti». «Come dovrebbe essere noto a tutti – aggiunge Grasso – la presidenza della Repubblica non si è mai permessa di interferire nelle libere dinamiche editoriali e nella nomina di direttori. Chi afferma il contrario mente».
Leggi anche:
- Gedi, Massimo Giannini lascia La Stampa e torna a Repubblica. Alla direzione del quotidiano torinese Andrea Malaguti
- Travaglio e «Il Fatto» condannati per avere diffamato Renzi: «Appellativi offensivi come bullo, ducetto, cazzaro»
- Russia, la giornalista anti-Putin Marina Ovsyannikova condannata a 8 anni e mezzo di carcere