Accusato di stupro nei confronti della figlia di 12 anni, fugge: gli Stati Uniti negano l’estradizione
Avrebbe violentato per 12 anni la figlia, sin da quanto era bambina. Ma nonostante l’accusa è riuscito a scampare al processo in Italia poiché l’uomo, 50enne, è fuggito negli Stati Uniti che hanno negato l’estradizione. L’indagato – accusato anche da un’altra figlia che lo ha denunciato per stupro – ha la doppia cittadinanza, italiana e statunitense. Secondo quanto si apprende, l’uomo sarebbe tornato negli Stati Uniti quando avrebbe capito di essere coinvolto nell’inchiesta giudiziaria e sarebbe stato prima a New York, poi si sarebbe trasferito. In questo momento – scrive il Messaggero – risiede in Texas. Ma in passato ha vissuto a lungo in un piccolo paesino della provincia di Gorizia, in Friuli Venezia-Giulia.
La procura di Gorizia
È infatti la procura di Gorizia, con la pm Giulia Villani, l’autorità giudiziaria italiana titolare dell’inchiesta in cui l’uomo è accusato di violenza sessuale aggravata. I magistrati della provincia friulano si sono appellati al Trattato tra i due Paesi «sulla mutua assistenza giuridica nelle questioni penali», chiedendo la massima collaborazione. «Io e la mia collega Diana Firling di New York riteniamo che l’Italia non sia competente a giudicare, ma che lo sia la Corte statunitense», spiega il suo difensore Alexandro Maria Tirelli, direttore dell’Alta scuola estradizioni. «Auspico che gli Usa concedano la massima tutela», conclude. In merito all’atteggiamento delle autorità giudiziarie statunitensi, lo stesso avvocato Tirelli ricorda il caso del produttore televisivo italiano Chico Forti, arrestato nel 1998 per omicidio, che sta scontando negli Usa una condanna all’ergastolo. Forti potrebbe scontare la pena in Italia ma non è mai stata concessa l’estradizione.
La violenza sessuale
L’uomo avrebbe abusato della figlia sin da quando quest’ultima aveva sei anni. «Con più azioni – si legge nel capo d’accusa, citato dal giornale di Roma – di uno stesso disegno criminoso» la costringeva a subire «da quando aveva sei anni fino a dopo che ne aveva compiuti diciotto, ripetuti atti sessuali nella camera da letto della sua abitazione». I fatti sarebbero avvenuti, appunto, tra il paesino del goriziano e gli Stati Uniti, fino al 2015.
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