Rampelli vuole sfrattare Napoleone da Montecitorio: «Ha depredato l’Italia di immensi tesori, via il suo quadro dal mio ufficio»
A Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera dei Deputati, Fratelli d’Italia, Napoleone non va proprio giù. Il dipinto del francese che ha fatto la storia capeggia nel suo ufficio di Montecitorio dal 1927, ma lui lo vuole far rimuovere. La tela, dell’artista neoclassico Andrea Appiani, è di proprietà della Pinacoteca di Brera, che dal 1927 la conserva all’interno della Camera in una sorta di “deposito temporaneo”. «Non mi disturba il fatto che il dipinto sia esposto a Montecitorio. L’arte non ha confini né appartenenze», ha commentato a la Repubblica Rampelli, «starebbe benissimo in una galleria insieme a tanti altri quadri. Ma mi infastidisce il fatto che sia qui, appeso nella mia anticamera nel piano più importante di un palazzo che rappresenta il tempio della sovranità nazionale. Ecco, Napoleone ha cercato di annetterla al suo impero. Viva l’arte, ma il suo ritratto non sta nel posto giusto». «Nel corso delle sue campagne di conquista Napoleone depredò l’Italia di immensi tesori: quadri, statue, arazzi». Un «patrimonio destinato ad arricchire le collezioni del Louvre la cui costruzione iniziò proprio in quel periodo. Ci fu addirittura un ambasciatore speciale, lo scultore Canova mandato dal Papa per recuperare il maltolto», ricorda il deputato di Fratelli d’Italia. . «Io ci metterei una bella opera leonardiana a sottolineare il fatto che Da Vinci era ed è italiano», conclude.
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