In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
ATTUALITÀGiovaniHamasIsraeleLombardiaMedio OrienteMilanoPalestinaTerrorismoUniversità

Il presidio a Milano in solidarietà al massacro di Hamas in Israele. Dopo le scuole, anche lo striscione fuori dall’Università

09 Ottobre 2023 - 16:35 Giovanni Ruggiero
Due manifestazioni previste a Milano dopo l'attacco terroristico di Hamas e il massacro di civili. E continuano le scritte che inneggiano alla liberazione della Palestina da studenti medi e universitari

Un presidio in solidarietà all’attacco terroristico di Hamas in Israele è previsto martedì 10 ottobre a Milano, sotto la sede del Comune in piazza della Scala, organizzato da Giovani Palestinesi, l’Unione democratica arabo-palestinese e l’Associazione dei Palestinesi. Nell’annuncio sui social si parla del «bisogno di esprimere massima solidarietà alla popolazione palestinese ancora una volta minacciata dalla violenza del colonialismo israeliano». Nessun cenno da parte degli organizzatori alle vittime di civili massacrate dall’attacco di Hamas iniziato lo scorso sabato 7 ottobre e agli ostaggi ancora nelle mani dei terroristi. Anzi nel post che annuncia anche un corteo il 14 ottobre da piazza san Babila si insiste nell’invito a partecipare «con la propria bandiera palestinese, cartelli per dimostrare che Milano è con la liberazione della Palestina e con i popoli che lottano contro il domini coloniale, ovunque esso sia».

Lo striscione alla Statale di Milano

L’iniziativa segue le dichiarazioni di solidarietà apparse sui social da parte di due collettivi studenteschi milanesi. Il gruppo “Curva Manzoni Antifa” del liceo Manzoni aveva esultato dopo l’attacco terroristico di Hamas scrivendo in una storia su Instagram: «Quant’è bello quando brucia Tel Aviv». Posizioni da cui prendono le distanze gli studenti del “Collettivo politico Manzoni”, uno dei principali gruppi di studenti del classico milanese: «I giornali riferiscono a nostro nome affermazioni di altre pagine social – scrivono gli studenti del Cpm – Affermazioni dalle quali prendiamo assolutamente le distanze. Ribadiamo ancora una volta la nostra posizione: la guerra va condannata sempre, in ogni sua forma. Teniamo tuttavia a sottolineare che le violenze e i bombardamenti che i palestinesi subiscono da decenni vengono troppo spesso ignorati dalla stampa occidentale. Detto questo poniamo davanti a tutto la condanna di un conflitto le cui ripercussioni ricadono come al solito sui civili. Antisionismo non è antisemitismo». Toni simili sono stati usati dagli studenti del Collettivo A112, dell’Educandato Statale Setti Carraro, che hanno condiviso una foto del gruppo dei Giovani Palestinesi d’Italia in cui si leggeva: «La Palestina vive! La resistenza vive!». Anche fuori dall’Università Statale è apparso uno striscione di solidarietà per l’attacco di Hamas con la scritta vicino all’ingresso di via del Perdono: «Arriva il contrattacco. Al fianco del popolo palestinese», firmato “Cambiare rotta”.

Lo striscione all’ingresso dell’Università Statale di Milano in solidarietà alla Palestina dopo l’attacco terroristico di Hamas

La bandiera a Napoli

Anche a Napoli, fuori da palazzo Giusto, sede dell’Università L’Orientale, il Collettivo Autorganizzato Universitario ha deciso di esporre una bandiera della Palestina. In una nota, il gruppo studentesco ha spiegato: «Mostrare la bandiera palestinese dall’università è un modo per riaccendere il dibattiuto e far luce sulle cause reali di ciò che sta accadendo in Palestina da più di 75 anni e denunciare l’opera di pulizia etnica e occupazione militare in essere da Israele». Nel comunicato, gli studenti insistono su quello che secondo loro sarebbe un grande ribaltamento dei ruoli: «Tutti a dire della rabbia del fiume in piena e nessuno della violenza degli argini che lo costringono. Parafrasiamo Brecht perché esprime in poche parole quello che sta avvenendo oggi in Palestina. Mentre a morire da anni sono migliaia di donne, uomini e bambini palestinesi, la classe politica italiana chiude gli occhi. E’ importante inserire le cose nel giusto contesto, perché la violenza che abbiamo visto è frutto e conseguenza di decenni di dittatura militare a cui i palestinesi sono sottoposti»

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti