L’astronauta Parmitano: «Il mio sogno è la Luna. E in futuro lo spazio sarà molto più vicino»
Luca Parmitano è colonnello dell’Aeronautica militare italiana e astronauta dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea. È stato il primo italiano a effettuare una “passeggiata spaziale”, il 9 luglio 2013, di 6 ore e 7 minuti. È stato anche il primo italiano al comando della Stazione spaziale internazionale (Iss). E oggi in un’intervista a La Stampa spiega qual è il suo sogno: «Voglio andare sulla luna». Sulla maglietta ha lo stemma di “Artemis”, il Programma lunare a guida Nasa con forte coinvolgimento europeo: «Sì, ci stiamo lavorando un po’ tutti. È la nuova, grande frontiera dell’esplorazione umana nello spazio».
Gli avanzamenti della tecnologia
Parmitano spiega ad Antonio Lo Campo che rispetto alle missioni Apollo «la tecnologia è assai più avanzata. Come quella dei computer e degli apparati automatici di volo, che sessant’anni fa erano molto più spartani. Ecco perché quegli astronauti effettuarono imprese straordinarie. E da collaudatore, ricordo che l’Apollo 9 è stata un po’ una missione dimenticata, ma senza quei primi test dell’astronave e del modulo lunare non sarebbe stato possibile programmare l’allunaggio di quattro mesi dopo. Ecco, con le prime missioni verso la Luna di Artemis, sarà un po’ come testare ciò che poi diventerà regolare per raggiungere la stazione in orbita lunare e poi le basi abitate sulla superficie». La prima missione, la Artemis 2 è in programma per fine 2024: «Sarà un volo attorno alla Luna senza atterraggio. Mi fa piacere che in questo equipaggio vi sia Cristina Koch, che ha fatto parte della seconda parte della mia Expedition 61 nel 2019 e 2020. Poi vi saranno certamente opportunità per noi europei, e quindi anche per gli astronauti italiani».
La Stazione Spaziale Internazionale
Poi parla della Stazione Spaziale Internazionale, che dovrebbe terminare la sua vita operativa nel 2030: «È un grande e meraviglioso laboratorio per realizzare esperimenti impossibili da condurre sulla Terra. E prima di essere dismessa, si dovrà dapprima disporre di un’altra stazione in orbita attorno alla Terra, in grado di sostituirla. Al di là dei materiali che ovviamente con il tempo, e con l’ambiente spaziale, tendono a logorarsi, credo possa andare anche oltre, e gestita da compagnie private». Infine, rivela cosa gli ha insegnato la sua carriera: «Che in futuro le opportunità per andare nello spazio aumenteranno e quindi bisogna crederci. E poi, se non vi si riesce, vi sono molte altre professioni straordinarie: per andare nello spazio già oggi e così in futuro, oltre agli astronauti saranno importanti medici, biologi, fisici, e nelle aziende di settore anche esperti di marketing, comunicazione e molto altro. Credeteci, perché lo spazio diventerà molto più vicino di quanto crediate».