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Lautaro condannato per aver licenziato la baby sitter malata, lui si difende: l’accusa durissima ai famigliari della ragazza

Il calciatore dell'Inter dovrà risarcire i familiari della 27enne, a lungo assente per la sua malattia. Ma il capitano dell'Inter contrattacca e punta il dito contro i famigliari della ragazza: «Hanno aspettato che non fosse più lucida per chiedere soldi»

Lautaro Martinez dovrà pagare le spese legali e risarcire gli eredi di una 27enne argentina licenziata in maniera illegittima dal calciatore dopo che aveva scoperto di avere una gravissima malattia. L’attaccante dell’Inter aveva infatti assunto regolarmente la donna come babysitter della figlia Nina con un contratto a tempo indeterminato di 54 ore settimanali. La giovane, che viveva a Milano nella casa del giocatore, otto mesi dopo l’assunzione è stata ricoverata in ospedale per dei fortissimi dolori all’addome. Durante il ricovero la 27enne ha scoperto di essere affetta da una gravissima malattia che l’ha costretta a non presentarsi sul posto di lavoro. Ma mentre la giovane doveva affrontare le sofferenze del male che covava, ha dovuto anche affrontare il licenziamento. Per il giocatore la donna aveva sforato il tetto massimo di assenze prestabilito. La giovane si è quindi rivolta agli avvocati Michele Gagliano, Giuseppe Vadalà e Concetta Quartuccio in quanto ha ritenuto che la decisione fosse ingiusta date le sue condizioni. I legali di Lautaro Martinez hanno cercato di chiudere il caso con una riappacificazione delle parti, ma la questione è finita davanti al giudice del lavoro del Tribunale di Milano che oggi ha dichiarato illegittimo il licenziamento della babysitter che nel frattempo è scomparsa a gennaio. Per il giudice, il licenziamento sarebbe avvenuto nel periodo di “comporto” della 27enne, nei giorni di malattia dopo avere ricevuto la terribile diagnosi. Il periodo di comporto è l’arco temporale durante il quale il lavoratore ha il diritto di conservare il suo posto di lavoro.

La risposta di Lautaro: «Hanno cercato di ottenere soldi da noi»

Il giocatore dell’Inter però non ci sta e per questo ha pubblicato una storia su Instagram per dare la sua versione dei fatti: «Ho deciso di rimanere a lungo in silenzio per rispetto verso una famiglia che non ce l’ha mai avuta con noi. Ma non permetterò che infanghino la mia». Poi prosegue sostenendo che la donna assunta fosse un’amica, aiutata in qualsiasi modo fin dall’inizio, durante il ricovero e fino ai suoi ultimi giorni: «Abbiamo assunto una persona già malata, amica di una vita, fino a quando purtroppo non ha potuto più lavorare perché la sua malattia non glielo permetteva. Dopo avere fatto molto per lei e la sua famiglia, facendoci carico dei biglietti per il loro arrivo, aiutando a trovare letti in ospedale quando era collassata, aiutandola con le cure, con l’alloggio della famiglia che abbiamo dovuto convincere a venire a prendersi cura della figlia che stava morendo». In conclusione del suo scritto, l’accusa ai familiari della vittima: «Hanno aspettato che la figlia fosse sul punto di morire e non fosse lucida per cercare di ottenere dei soldi da noi. Che tipo di persona bisogna essere per cercare di approfittare della morte di un figlio per fare soldi?».

La storia su Instagram di Lautaro Martinez

L’avvocato Anthony Macchia, difensore del calciatore dell’Inter, smentisce che Lautaro Martinez «abbia interrotto il rapporto di lavoro domestico allorquando la lavoratrice risultava “in punto di morte” – come sarebbe stato riportato su alcuni media – Atteso che che il licenziamento le è stato comminato sei mesi prima del decesso». Secondo l’avvocato Macchia, inoltre, sarebbe stata la 27enne a chiedere «di essere licenziata per potere fruire delle retribuzioni differite e del Tfr in ragione della determinazione di voler fare ritorno nella terra natia, l’Argentina».

Credits photo: ANSA/DANIEL DAL ZENNARO I L’attaccante dell’Inter Lautaro Martinez durante la partita di Champions League disputata allo stadio Meazza, 4 ottobre 2023

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