Israele, via libera al governo di unità nazionale. Netanyahu: «Sabato il giorno più tragico per gli ebrei dalla Shoah, cancelleremo Hamas»
Ora è ufficiale: Israele è da stasera guidato da un governo di unità nazionale d’emergenza per rispondere alla più grave crisi militare cui deve far fronte da decenni. La Knesset ha dato infatti il via libera all’ingresso nell’esecutivo del leader del partito di Unione Nazionale ed ex capo di Stato maggiore Benny Gantz, oltre che di Gadi Eisenkot, Gideon Saar, Chilli Tropper e Yifat Shasha-Biton come ministri senza portafoglio. Gantz e Eisenkot entreranno a far parte anche del gabinetto ristretto di guerra, cui è attribuita la prerogativa nell’ambito dello stato di guerra di «dichiarare guerra o intraprendere azioni militari significative» nei confronti dei nemici dello Stato, a partire da Hamas. Israele eliminerà quella «barbarica» organizzazione terroristica, ha promesso Benjamin Netanyahu parlando al Parlamento israeliano prima del voto perché «questa è una battaglia per la nostra casa». Ritornando sull’assalto terroristico di Hamas, in cui si stima abbiano perso la vista oltre 1.300 israeliani, il premier ha detto che quello di sabato 7 ottobre è stato «probabilmente il giorno più orribile per il popolo ebraico dall’Olocausto». Popolo che, ha ricordato Netanyahu, ha dovuto attraversare nella Storia sfide esistenziali, «come forse nessun’altra nazione, ma non ci daremo mai per vinti». Quanto al governo di emergenza, Netanyahu ha detto che il suo varo invia «un grande messaggio di unità nazionale, tanto all’interno quanto all’esterno». A prescindere dai mesi passati di divisioni laceranti sulla questione della riforma della giustizia, «facciamo fronte a questo conflitto insieme, nella fratellanza e nella comune preoccupazione». Invece sale a 1.537 il bilancio delle vittime negli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza tra cui 500 bambini e 276 donne. Lo afferma il ministero della Sanità palestinese. I feriti sono 6.612.
La Francia vieta manifestazioni filo-palestinesi
Il presidente francese Emmanuel Macron ha parlato stasera in tv e ha definito anch’egli quello di sabato scorso a Israele «l’attacco più tragico della sua storia», e ha invitato il governo di Tel Aviv a dare ora una risposta «forte e giusta». Macron ha poi ammonito chi non condanna in modo assoluto gli attacchi di Hamas: «Di fronte al terrorismo non si deve mai dire “sì, ma…”». Il ministro francese dell’Interno Gérald Darmanin ha intanto ordinato il divieto delle manifestazioni pro-palestinesi in Francia e il fermo degli organizzatori e dei «facinorosi che turbano l’ordine pubblico». In un telegramma ai prefetti rivelato dall’Afp, Darmanin chiede il divieto delle manifestazioni filo-palestinesi con la motivazione che «possono generare turbative dell’ordine pubblico». Chi infrangerà tali divieti andrà incontro al fermo. La Francia è il primo Paese del mondo a prendere un provvedimento del genere, a cinque giorni dall’incursione terroristica di Hamas nel Sud di Israele che ha stravolto gli equilibri in Medio Oriente, provocato la reazione di Israele con i bombardamenti sulla Striscia di Gaza, e riacceso gli animi attorno al conflitto anche nelle società europee, comprese scuole e università.
La visita di Blinken in Israele
«Hamas deve essere schiacciato come l’Isis». Lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu nella conferenza stampa con il segretario di Stato Usa Antony Blinken, arrivato oggi a Tel Aviv per una visita ufficiale. «Hamas vuole solo uccidere gli ebrei e Israele», ha detto Blinken. «Voi siete già abbastanza forti per difendervi da soli – ha continuato – ma fino a quando gli Usa esisteranno, non dovrete farlo da soli». Per quanto riguarda il supporto americano a Israele, il segretario di Stato ha spiegato: «Abbiamo dispiegato portaerei nell’est del Mediterraneo e daremo altro supporto. Garantiremo a uomini, donne e bambini presi in ostaggio che possano essere liberati». L’incontro di Blinken proseguirà con la partecipazione del ministro della difesa Yoav Gallant e con i due nuovi ministri senza portafoglio nel nuovo governo «di emergenza» di Israele: Benny Gantz e Gadi Eisenkot, entrambi membri del partito centrista Unione Nazionale ed entrambi ex capi di Stato maggiore.
October 12, 2023
Il messaggio della Nato
La Nato ha nel frattempo inviato un messaggio al ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, che in video collegamento ha aggiornato gli Alleati sugli sviluppi della guerra in Medio Oriente. «Israele non è solo», ha detto il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg. I ministri «hanno chiarito – spiega la Nato – che Israele ha il diritto di difendersi con proporzionalità da questi atti di terrore ingiustificabili. Hanno chiesto ad Hamas di rilasciare immediatamente tutti gli ostaggi e di proteggere il più possibile i civili. Gli Alleati hanno anche chiarito che nessuna nazione o organizzazione deve cercare di trarre vantaggio dalla situazione o di inasprirla». Durante la riunione a Bruxelles, il ministro della Difesa Gallant ha inoltre sottolineato come «Hamas è l’Isis di Gaza, un’organizzazione selvaggia, finanziata e sostenuta dall’Iran. Hamas è l’Isis». E poi ancora: «Siamo stati colpiti duramente. Ma non commetteremo errori: il 2023 non è il 1943. Siamo gli stessi ebrei, ma abbiamo capacità diverse», ha concluso.
Scholz: «L’Olocausto ci impone la difesa di Israele per sempre»
In mattinata il cancelliere tedesco Olaf Scholz – in una dichiarazione di governo fatta al Bundestag – aveva sottolineato come la responsabilità della Germania «derivante dall’Olocausto» impone a Berlino «il dovere perenne di difendere l’esistenza e la sicurezza dello Stato di Israele», ribadisce Scholz. «In questo momento – continua -, c’è un solo posto per la Germania: quello saldamente al fianco di Israele», la cui «sicurezza» è «la ragion di Stato della Germania». Berlino, stando alle parole del cancelliere, vieterà inoltre ad Hamas di operare nel Paese. «Un’associazione come Samidoun, i cui componenti festeggiano in strada i più brutali atti di terrore, sarà vietata in Germania. La nostra legge sulle associazioni è una spada affilata e noi, in quanto Stato forte e di diritto, la useremo in questo caso», ha conluso Scholz. Il riferimento del cancelliere, implicito, è chiaramente alla manifestazione di circa 50 persone che sabato sera, il giorno dell’attacco di Hamas a Israele, si erano radunate a Neukoelln, un distretto sud-orientale di Berlino per una manifestazione pro-palestinese indetta da Samidoun. Suoi militanti, nel pomeriggio, avevano distribuito dolci a passanti «per celebrare la vittoria della resistenza», come aveva scritto su Instagram la stessa organizzazione.
L’identificazione con l’aiuto del riconoscimento facciale
Israele sta, intanto, ricostruendo sulla base di filmati le identità di quanti sabato 7 ottobre hanno preso parte agli orrori perpetrati da Hamas nei villaggi ebraici vicini a Gaza. Lo ha reso noto il portavoce militare Daniel Hagari in una conferenza stampa. In merito ha spiegato che un combattente di Hamas di nome Mustafa Shahin, che era stato ripreso mentre compiva efferatezze in uno dei villaggi israeliani, è già morto nel bombardamento della sua casa a Gaza. «Chiuderemo il conto con tutti coloro che sono stati coinvolti negli orrori della guerra. Prendiamo video da Internet e li identifichiamo con l’aiuto del riconoscimento facciale», ha assicurato Hagari. Nei raid della notte scorsa sulla Striscia, inoltre, l’esercito – stando alle parole del portavoce – ha più volte colpito le forze di élite Nukhba di Hamas, in particolare i suoi centri operativi di comando. Quelli – ha spiegato l’esercito – che hanno gestito l’infiltrazione nei kibbutz al di la del confine sabato scorso. «Queste forze sono costituite da terroristi selezionati da alti funzionari di Hamas, designati per effettuare attacchi terroristici come imboscate, incursioni, assalti, infiltrazioni attraverso tunnel terroristici, nonché missili anticarro, razzi e fuoco di cecchini», ha concluso.
Il fronte militare
L’esercito israeliano si «sta preparando alla fase successiva della guerra» con l’obiettivo di far crollare «le capacità di Hamas di mantenere la sovranità e la governabilità», sottolinea il portavoce militare Daniel Hagari. Mentre sulla Striscia di Gaza l’«assedio totale» resta: «Non sarà fornita elettricità, né acqua, né entreranno camion di benzina finché gli ostaggi israeliani non torneranno a casa», il messaggio del ministro dell’Energia israeliano Israel Katz.