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Israele lancia le prime incursioni nella Striscia di Gaza, Palestinesi in fuga. Netanyahu: «Distruggeremo Hamas, questo è solo l’inizio»

13 Ottobre 2023 - 21:01 Redazione
Dopo l'ultimatum di Tel Aviv, parte della popolazione ha obbedito all'invito a lasciare l'area nord della Striscia

«Questo è soltanto l’inizio». Nel suo discorso alla nazione, Benjamin Netanyahu ha reso chiaro a tutti che non ci sarà alcun ripensamento rispetto alla decisione di dare il via all’offensiva di terra sulla Striscia di Gaza. In un breve discorso andato in onda questa sera, il premier israeliano ha aggiunto: «Stiamo colpendo i nostri nemici con una forza senza precedenti. I nostri nemici hanno iniziato a pagare il prezzo, non sanno cosa avverrà, è solo l’inizio. Distruggeremo e sradicheremo Hamas, arriveremo alla vittoria». Nel frattempo, a Gaza molti abitanti della parte nord hanno fatto le valigie e lasciato le loro case, dopo l’invito lanciato la scorsa notte da Israele alla popolazione palestinese a trasferirsi «entro 24 ore» verso sud in vista dell’offensiva di terra. L’appello riguarderebbe oltre 1 milione di persone, ragione per la quale l’Onu ha definito del tutto implausibile la realizzazione di ciò che Israele ha intimato, che porterebbe a conseguenze «catastrofiche». Molti palestinesi in ogni caso non hanno seguito le indicazioni, anche perché Hamas – che governa ls Striscia – ha raccomandato di non cedere alla «guerra psicologica» del nemico. Lo stesso portavoce militare di Israele, Daniel Hagari, aveva poi attutito l’impatto dell’annuncio, dichiarando che ci potrebbero volere «più di 24 ore: comprendiamo che l’evacuazione della popolazione richiederà tempo. Stiamo adesso verificando le cifre sulla possibilità di allungare il tempo concesso». Gerusalemme ha fatto sapere in ogni caso che opererà «in modo significativo» nella zona nei prossimi giorni e per questo i civili potranno tornare solo dopo che sarà tutto finito. Operazioni che sarebbero in realtà già iniziate, quanto meno a livello “esplorativo”: le truppe israeliane avrebbero infatti effettuato già oggi «raid localizzati» nella Striscia di Gaza, in particolare con l’obiettivo di cercare ostaggi o quanto meno evidenze sulla loro presenza nell’area. Lo ha detto l’Esercito israeliano, citato dalla Cnn, precisando che le incursioni preliminari hanno coinvolto «forze di fanteria e corazzate».

Le parole di Netanyahu

Nel suo breve discorso rivolto alla nazione, Netanyahu ha ricordato l’attacco sferrato da Hamas lo scorso 7 ottobre: «Quel sabato maledetto resterà scolpito nella storia di Israele. Non lo dimenticheremo». Il premier israeliano ha poi ammesso che «ci vorrà del tempo» per raggiungere l’obiettivo, ossia la sconfitta di Hamas. Ma, ha assicurato, «arriveremo alla fine di questa guerra più forti che mai». Rivolgendosi ai cittadini di Israele, Netanyahu – sotto accusa su più fronti per la scarsa preparazione all’attacco di Hamas – ha ringraziato i leader mondiali che gli hanno assicurato vicinanza e supporto. In particolare, il primo ministro israeliano ha ricordato i colloqui con il presidente americano Joe Biden e il segretario di Stato Antony Blinken.

Il pressing diplomatico

In vista dell’offensiva su Gaza, gli Stati Uniti stanno negoziando l’apertura agli stranieri del valico di frontiera di Rafah, tra Gaza ed Egitto, ha riferito un alto funzionario di Washington a Doha. La fonte ha inoltre aggiunto all’agenzia France Press che Gerusalemme «è favorevole alla creazione di “aree sicure” per i civili nella Striscia di Gaza in vista della vasta offensiva di terra che si appresta a lanciare». L’area che dovrà essere smobilitata è all’incirca un terzo di tutto il territorio della Striscia di Gaza: la popolazione dovrà allontanarsi a sud del Wadi Gaza, un corso d’acqua stagionale. L’ordine israeliano comprende anche l’intera città di Gaza, le cittadine di Beit Hanoun e Beit Lahia e due importanti campi profughi, Jabalya e Beach Camp. Per fugare ogni dubbio, è arrivato un altro endorsement degli Stati Uniti con le dichiarazioni del segretario alla Difesa Lloyd Austin che, dopo un incontro con il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant e con il capo di stato maggiore, il generale Herzi Halevi, ha detto: «Gli Stati Uniti sono il Paese più potente al mondo. Staremo al fianco di Israele così come siamo al fianco dell’Ucraina». Intanto, fonti di Ramallah (Cisgiordania) riportano l’uccisione di diversi palestinesi da parte di forze israeliane. E intanto sale a 1.900 vittime palestinesi – tra le quali 614 bambini – e 7mila feriti il bilancio dei bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza. A riferirlo è il ministero della Salute palestinese citato dai media.

«Colpiremo, lasciate le case»

«Anche di notte, e in qualsiasi momento, centinaia di aerei IAF continuano ad attaccare con forza e a danneggiare gravemente le capacità del nemico», è il commento a un video postato dall’Aeronautica israeliana sui social. Israele sostiene di aver lanciato 6.000 bombe in sei giorni, per un peso di 4.000 tonnellate, sugli obiettivi di Hamas a Gaza, colpendo oltre 3.600 obiettivi. L’esercito israeliano, che al momento conta almeno 220 perdite, «sta ordinando l’evacuazione di tutti i civili di Gaza City dalle loro case a sud, per la loro sicurezza e protezione», ha annunciato un comunicato ripreso da Afp venerdì all’alba. I civili dovranno «andare nell’area a sud di Wadi Gaza», un corso d’acqua situato a sud di Gaza City. «Vi sarà permesso di tornare a Gaza City solo quando verrà fatto un altro annuncio che lo consenta», si legge nella dichiarazione. Nel frattempo, per evitare potenziali rifornimenti ad altri gruppi armati e per dissuaderli da eventuali attacchi, Israele ha bombardato gli aeroporti di Damasco e Aleppo in Siria rendendoli non operativi.

La risposta di Hamas

Subito dopo l’annuncio dell’esercito israeliano, Hamas ha lanciato 150 razzi su Ashkelon, nel sud di Israele. Una squadra della Bbc che si trova sul campo ha confermato che un razzo è riuscito a perforare la difesa israeliana, colpendo la città. Il ministero dell’Interno di Hamas a Gaza ha invitato la popolazione del nord della Striscia a non lasciare le proprie case definendo l’annuncio dell’esercito di Israele «propaganda». Ma Hamas si starebbe spingendo oltre alle parole, provvedendo anche a bloccare fisicamente le persone all’interno dell’area da smobilitare.«Hamas sta erigendo posti di blocco e barriere per impedire agli abitanti di lasciare Gaza City», ha riferito lo stesso Hagari in una conferenza ribadendo che «Hamas è peggio dell’Isis. Ora ha gettato la maschera». Entrando sul merito dell’attacco che Israele è pronta a sferrare Hagari ha confessato che l’esercito farà del suo meglio «per non colpire località sensibili (ospedali, ndr.)», ma ha aggiunto che «in passato Hamas ha sfruttato ospedali, scuole e moschee come scudi per difendere le sue infrastrutture militari». Intanto, l’Unrwa, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi, ha annunciato di aver spostato il centro delle proprie operazioni nella parte di Gaza sud dopo l’annuncio dell’esercito. Intanto il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian, incontrando i giornalisti in Libano, dice che l’apertura di un secondo fronte con Israele è possibile se dovessero continuare i «crimini di guerra» contro i palestinesi ed il blocco a Gaza. «La continuazione dei crimini di guerra contro la Palestina e Gaza incontrerà sicuramente reazioni dagli altri assi nella regione», ha concluso il ministro.

L’esodo

Dopo il comunicato di Israele molte migliaia di persone hanno iniziato a lasciare le proprie abitazioni a Gaza City per raggiungere la zona meridionale della Striscia in seguito all’avvertimento dell’esercito israeliano secondo cui il nord diventerà zona di operazioni militari. Fonti locali riportano che chi non dispone di un mezzo di trasporto si sta spostando a piedi con qualche bagaglio in mano. La Bbc ha documentato come centinaia di macchine, moto, carri (anche trainati da asini) si stiano spostando lentamente dalla zona. Le persone stanno viaggiando cariche di tutti i loro averi, una colonna lunga a cui si aggiungono anche animali come mucche, pecore e cammelli. È un percorso di almeno 10 chilometri, intrapreso da famiglie intere. Una fonte dell’ospedale al-Quds ha detto all’Ansa che medici e pazienti resteranno nella zona di pericolo, in assenza di ambulanze e di soluzioni adeguate per il ricovero dei malati più gravi. Medici Senza Frontiere, che aveva denunciato il poco preavviso annunciato dalle autorità israeliane, ha fatto sapere che il termine per l’evacuazione dell’ospedale al-Awda è stato spostato alle 6 di mattina di sabato 14 ottobre. «Stiamo cercando di proteggere il nostro personale e i nostri pazienti, riuscire ad evacuare tutti è molto complicato».

L’ambasciatore di Israele all’Onu

L’Organizzazione delle Nazioni Unite è però preoccupata dall’operazione e chiede a Israele di fermarsi. «L’Onu si appella con forza perché un simile ordine, se confermato, sia ritirato. Per evitare di trasformare quella che è già una tragedia in una situazione di calamità», ha affermato il portavoce del segretario generale Stephane Dujarric che ha avvertito che un’evacuazione di tale portata è «impossibile senza causare conseguenze umanitarie devastanti». Intanto pesanti bombardamenti hanno colpito nella notte la Striscia, in particolare nei pressi del confine. Lo testimoniano video postati sui social dai residenti e una nota dell’Aeronautica israeliana. L’ambasciatore israeliano all’Onu Gilad Erdan ha reagito con forza agli appelli dell’ONU. «La risposta dell’ONU all’avvertimento preventivo di Israele agli abitanti di Gaza è vergognosa», ha scritto in un messaggio inviato all’Afp, accusando l’ONU di «aver chiuso un occhio su Hamas». Nella notte l’esercito ha pubblicato un video che mostra un blitz per liberare ostaggi che risale al 7 ottobre scorso. Ieri Netanyahu ha dato il via libera al governo di unità nazionale. Intanto mille soldati italiani si trovano al confine con il Libano, dove continuano gli spari. L’Italia pensa di evacuarli. Un dirigente di Hamas ha rilasciato un’intervista a Russia Today sostenendo di non aver avvisato nessun alleato dell’attacco in programma. Ieri Israele ha anche tagliato elettricità, gas e acqua a Gaza fino al rilascio degli ostaggi. E ha promesso la distruzione della rete di tunnel della zona.

Hezbollah pronti a unirsi ad Hamas

«Tutti aspettano di sapere cosa farà Hezbollah. Hezbollah conosce le sue responsabilità. Siamo pienamente preparati e monitoriamo gli sviluppi in ogni momento. Parteciperemo a questa operazione secondo i nostri piani e la nostra visione». A dichiararlo Naim Qassem, numero due del partito armato libanese filoiraniano Hezbollah.

Credits photo: EPA/Abir Sultan I Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, 27 settembre 2023

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