Il suicidio di Inquisitor Ghost in diretta su TikTok: «Mio figlio Vincent Plicchi accusato di adescamento e pedofilia»
Un fascicolo modello 45, senza ipotesi di reato, a Bologna. E l’indagine per istigazione al suicidio appena agli inizi. La morte di Vincent Plicchi (Inquisitor Ghost) avrà una coda giudiziaria. Il padre Matteo ha denunciato pubblicamente che suo figlio ha ricevuto una serie di accuse su TikTok riguardo reati particolarmente infamanti come la pedofilia. «Ho scoperto tante cose su chi lo ha diffamato. E ho già detto tutto ai carabinieri. Tutto per qualche follower», ha detto Matteo. Intanto i carabinieri hanno prodotto due informative sul suicidio dell’influencer. Mentre giovedì si è svolto il suo funerale. Nel biglietto lasciato prima di togliersi la vita Vincent ha chiesto al padre di prendersi cura del suo gatto. Mentre ora saranno analizzati il suo pc e il suo telefono. Ma il padre avverte: «Le prove sono tutte online. C’è stata una premeditazione. Due persone lo hanno accusato ingiustamente».
Adescamento e pedofilia
A occuparsi della vicenda per conto del padre è l’avvocato Daniele Benfenati. Secondo il padre Vincent è stato accusato di adescamento e pedofilia. Matteo si riferisce in particolare a due persone di 21 e 17 anni. Il maggiorenne è di origine turca. Secondo il padre sono gli autori della trappola in cui è caduto Vincent. Con l’intento di demolire il suo personaggio “Inquisitor Ghost” su TikTok. Allo scopo di ricavarne visibilità. La vicenda comincia a marzo, quando Plicchi supera il muro dei 300 mila followers su TikTok. La 17enne lo contatta su Discord, che serve a comunicare mentre si usano i videogiochi. «Possiamo conoscerci? Dai, non sono minorenne», gli scrive lei. «Il mio fidanzato mi ha detto di insistere, perché non avevamo abbastanza prove», confessa la giovanissima in un’altra chat citata dal Qn. «Visto che nella biografia Tiktok di ’Inquisitor3’ c’è scritto che non parla con i minorenni, ho finto di essere più grande».
Il piano
Secondo i parenti quindi i due ragazzi hanno un piano. Che prevede di intralciare l’ascesa dell’influencer e la sua carriera lavorativa. La 17enne, in accordo con il suo fidanzato che usa il nickname “Titoisactingbadly”, decide di inscenare una conversazione a sfondo sessuale con Vincent. Accusandolo di pedofilia attraverso la divulgazione di chat false. Dapprima la ragazza conquista la fiducia di Vincent, diventando sua editor. Quando lei consegna i video editati, la risposta di Vincent viene clonata. «Grazie mille tesoro», scrive il tiktoker bolognese, che le scrive: «ti sposerò, ti voglio bene». «Continua a provarci con lui e se la conversazione diventa a sfondo sessuale, mostrerò a tutti chi è», è invece l’intenzione del 21enne confessata alla 17enne. Vincent però non trascende. E allora ecco l’altro piano: la 17enne lascia un commento in una live: «Lo sapete che è un pedofilo, vero?». E divulga con la complicità di altri profili social i messaggi falsificati.
Il confronto e il suicidio
A quel punto, sempre secondo il racconto del Qn, c’è un confronto tra la 17enne e Vincent. Lei dice di non aver inviato quei messaggi e sostiene che le siano entrati nel profilo. Lui non ci crede. Ma intanto la caccia a Inquisitor3 è partita. A fine settembre Vincent chiude tutti i suoi profili social. Qualche giorno fa si collega in diretta su TikTok. Dopo due ore di silenzio, senza inquadrarsi, si toglie la vita. Il padre oggi al Corriere della Sera dice che è stata la shitstorm a farlo decidere di togliersi la vita. «Inventava video con un mix di musica, azione, allegria. Ha moltiplicato i follower inserendo i duelli con le spade laser. Un mese fa gli hanno scritto dagli Usa i produttori, sponsorizzandolo. Stava diventando bravissimo. E per questo odiato dai tiktoker rivali che hanno inventato le accuse». Ora, dice «con il mio avvocato siamo d’accordo: non serve denunciare. Quanto fatto a Vincent è ancora sul web. Basta cercarlo».
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