Il preside ai domiciliari per abusi su sette studentesse a Catania
Un dirigente scolastico è stato arrestato da Carabinieri della Compagnia di Caltagirone (Catania) per violenza e tentata violenza sessuale nei confronti di sette studentesse minorenni. Le indagini sono state avviate dopo la denuncia di una 15enne su presunti atti sessuali subiti. L’inchiesta ha fatto emergere altre sei presunte vittime delle attenzioni dell’indagato. Secondo l’accusa sarebbero avvenute nell’ufficio di presidenza dove le convocava con la scusa di discuterne il rendimento scolastico. Qui, una volta soli, ha detto loro che le avrebbe «sculacciate» o «prese a morsi» se non avessero studiato. In quelle occasioni, avrebbe inoltre cercato approcci fisici. Nei confronti dell’uomo è stata eseguita un’ordinanza cautelare ai domiciliari emessa dal gip di Caltagirone su richiesta della procura.
Il primo episodio
Le indagini dei carabinieri sono cominciate dopo la querela di una studentessa di 15 anni. La giovane ha raccontato di avere subito, da parte del proprio dirigente scolastico, soprattutto durante più convocazioni nell’ufficio di presidenza, delle attenzioni simili a un corteggiamento, abbracci e ‘like’ su alcune delle sue foto sul proprio profilo Instagram. A darle la spinta a farla recare dai carabinieri, ha ricostruito ai militari dell’Arma, è stato l’episodio in cui il preside, dopo averla chiamata nel suo ufficio e aver chiuso la porta, le avrebbe chiesto dei “bacini”, proponendosi altresì di darle dei “morsi”. L’uomo l’avrebbe anche baciata sul collo e non sarebbe riuscito ad andare oltre solo per le resistenze opposte dalla ragazza.
Le altre
I carabinieri hanno ascoltato le altre sei giovani ragazze con l’ausilio di un esperto in psicologia, ognuna delle quali ha raccontato le presunte molestie subite dal preside. Grazie a queste testimonianze, fa sapere la procura, è stato delineato il contestato modus operandi dell’arrestato, il quale avrebbe convocato le studentesse nel proprio ufficio, creando una situazione di intimità con le minorenni, con il pretesto di discutere del loro rendimento scolastico mentre in realtà, è la tesi dell’accusa, avrebbe tentato un approccio con loro.
In copertina: immagine di repertorio