Trasformazione digitale, ecco perché le piccole e medie imprese non devono restare indietro – Il commento
Il momento che le aziende italiane stanno attraversando è senza dubbio caratterizzato da una complessità straordinaria e richiede una particolare attenzione sia da parte delle istituzioni che delle associazioni imprenditoriali. Il rallentamento dell’inflazione è un fatto positivo ma le sue conseguenze si fanno ancora sentire. L’aumento dei tassi di interesse deciso dalla Banca Centrale Europea (Bce) mira principalmente a controllare l’aumento dei prezzi per i consumatori ma potrebbe avere un impatto diretto a breve termine sui costi di finanziamento delle imprese, con il rischio di limitare l’accesso al credito. Un elemento che genera forte preoccupazione per le aziende.
La transizione verso un’economia più sostenibile richiede investimenti significativi in tutte le fasi della catena di produzione, oltre a una crescente necessità di competenze adeguate per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. Inoltre, il mercato e le normative sempre più stringenti impongono alle aziende di riesaminare i propri processi interni al fine di garantire efficienza e competitività, il che a sua volta richiede un maggiore impegno in termini di professionalità manageriali, formazione e investimenti. In questo contesto, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) rappresenta un’opportunità storica per affrontare queste sfide in modo coordinato e sostenibile.
Analizzando le perdite di bilancio delle imprese italiane, i dati mostrano una situazione complessa. Nel 2019, hanno registrato perdite significative, con una somma totale di oltre 59 miliardi di euro e una perdita media per impresa di circa 161.000 euro. Nel biennio successivo, la media delle perdite è aumentata, raggiungendo i 194.000 euro nel 2020 e i 206.000 euro nel 2021. Solo nel 2022, i dati indicano una tendenza alla ripresa, con perdite ridotte a circa 32 miliardi di euro e una media di 129.000 euro per impresa.
Da un’altra prospettiva, la percentuale delle imprese che registrano una perdita rispetto al totale delle imprese che depositano il bilancio si è attestata attorno al 33,9% nel triennio 2019-2021, rispetto a un valore prossimo al 44,1% nel triennio 2009-2011. Inoltre, nel triennio 2019-2021 il tasso di indebitamento delle imprese – definito come il capitale di terzi su patrimonio netto (leverage) – è sceso all’1,45, rispetto al valore di 1,95 rilevato nel triennio 2009-2011. Questi dati indicano un consolidamento della posizione finanziaria delle aziende e della loro capacità di generare utile, segnalando al contempo una resilienza da parte delle imprese italiane nel loro adattamento alle mutevoli circostanze e nella ricerca di nuove strategie per prosperare.
Il cammino verso una maggiore competitività del sistema-paese richiede una collaborazione costante tra imprese, istituzioni e società civile. L’innovazione, la diversificazione e una maggiore apertura ai mercati internazionali saranno elementi chiave per guidare l’Italia verso una ripresa economica sostenibile. Le aziende italiane devono continuare a consolidare la loro posizione e per far questo è indispensabile favorire la loro capacità di investimento, a partire dalle condizioni di accesso al credito, fondamentali per la promozione dell’innovazione. Un obiettivo da raggiungere coinvolgendo le piccole e medie imprese nei processi di trasformazione digitale, affinché tutti possano beneficiare dei vantaggi dell’economia immateriale.
Il Sistema Camerale è profondamente impegnato sul fronte della digitalizzazione delle Pmi, attraverso iniziative che mirano ad ampliare le competenze e le abilità di chi fa impresa, grazie a strumenti oggi indispensabili come l’identità digitale, la cybersicurezza e la disponibilità, in modo semplice e veloce – delle informazioni ufficiali del Registro delle imprese, accessibili grazie al cassetto digitale dell’imprenditore impresa.italia.it.
Lorenzo Tagliavanti è il presidente di InfoCamere, la società per l’innovazione digitale delle Camere di Commercio Italiane
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