Gaza, Boldrini: «Giusto debellare Hamas, ma è inaccettabile che Israele si accanisca sui civili» – La videointervista
È appena terminata la conferenza stampa con cui Laura Boldrini ha presentato la proposta di legge per «l’istituzione del Giorno della memoria per le vittime del colonialismo italiano». L’esponente del Partito democratico è la prima firmataria, ma sul testo compaiono anche i nomi di Riccardo Ricciardi, del Movimento 5 stelle, e di Nicola Fratoianni, dell’Alleanza verdi sinistra. L’iniziativa è stata fortemente voluta dall’Anpi e per questo, in prima fila, si è seduta la partigiana Iole Mancini. C’è stato un momento di commozione nella saletta di Montecitorio quando l’ex staffetta partigiana, all’età di 103 anni, ha voluto fare un suo intervento al microfono: «Mi piace particolarmente la data del 19 febbraio – scelta per commemorare le 700 mila vittime libiche, eritree, etiopi e somale uccise dai colonizzatori italiani – perché è anche il giorno del mio compleanno». Mancini ha anche attaccato alcuni politici oggi al potere che, a suo dire, non vorrebbero che i partigiani portassero la propria testimonianza nelle scuole: «Siamo rimasti in pochissimi, ma ancora ricordiamo tutto. Non possono fermarci. Il presidente Mattarella mi ha pregato personalmente di parlare con gli studenti: continuerò a farlo, anche se ho la sensazione che non ci vogliano più nelle scuole». Terminata la presentazione, Boldrini si è offerta di rispondere a qualche domanda sul conflitto che sta coinvolgendo la Striscia di Gaza.
Ci spostiamo nella saletta per le interviste. L’ex presidente della Camera conosce bene Montecitorio, è lei stessa a fare strada. Proprio quando era presidente della Camera, nel 2014, volle fare una visita ufficiale a Gaza e in Cisgiordania. Non era di certo una prima volta: per Boldrini, la politica è arrivata in un secondo momento rispetto al lungo percorso professionale nelle Nazioni Unite, dove ha ricoperto ruoli di vertice nell’agenzia che si occupa di rifugiati. Spesso ha viaggiato in quei luoghi da cui, oggi, arrivano le immagini di macerie e morte. E l’intervista parte da una constatazione: «È una striscia blindata, dove si entra e si esce solo se gli israeliani lo concedono. Dunque, c’è un occupazione». Ritiene giusto e inconfutabile il diritto di Israele a debellare Hamas, ma altresì condanna i vertici di Tel Aviv «per l’esodo forzato imposto alla popolazione di Gaza. È inaccettabile dal punto di vista del diritto internazionali, poiché far abbandonare gli ospedali a chi ha bisogno di stare attaccato a una macchina o ai neonati nelle incubatrici equivale a una condanna a morte. È una modalità feroce, non può essere la risposta al terrorismo. Non può esistere la reciprocità con il terrorismo se dall’altra parte c’è uno stato di diritto».
La deputata del Pd non accetta quella che definisce «una punizione collettiva» di Israele nei confronti degli abitanti della Striscia. Se è pur vero che una parte della popolazione palestinese «ha appoggiato Hamas, non si può reagire in modo indiscriminato: nei conflitti, i civili sono tutelati dal diritto internazionale, che deve essere sempre rispettato». Quando le viene posto il quesito su quali alternative ai bombardamenti dovrebbe perseguire Tel Aviv, visto che i miliziani di Hamas si nascondono nei luoghi sensibili e usano i civili come scudi, Boldrini non ha dubbi: «Benché i suoi servizi di intelligence – il 7 ottobre – abbiano fallito, Israele ha tutta la tecnologia necessaria per intervenire in modo chirurgico. Anziché accanirsi contro altri civili, applicando una sorta di legge del taglione per l’aggressione subita da Hamas, dovrebbe rispettare il diritto internazionale. Non si può rispondere alla violenza dei terroristi con gli stessi strumenti».