Il ministro Schillaci: «Nella Legge di Bilancio 560 milioni per le liste d’attesa e più soldi ai privati convenzionati»
Il ministro della Salute Orazio Schillaci dice che nella Legge di Bilancio per la sanità «ci sono 5,6 miliardi in più. 3,3 stanziati da questa manovra e 2,3 dalla precedente». Ma ammette che tolti i 2,3 per il rinnovo del contratto sanità, la manovra 2024 non va oltre il miliardo in più. «A parte il periodo pandemico nessun governo prima aveva fatto tanto, altro che tagli. Abbiamo molti soldi in più che ora vanno solo spesi bene», dice in un’intervista a La Stampa. Nella quale annuncia 560 milioni per ridurre le liste d’attesa e un aumento di mille euro ai medici. Ma anche che il governo darà più soldi alle cliniche private convenzionate con il pubblico. Mentre resta il buco di Tac e siringhe per le Regioni.
La riduzione delle liste d’attesa
Nel colloquio con Paolo Russo Schillaci dice che «a spanne i medici guadagneranno mille euro in più al mese. E questo ci serve per arginarne la fuga dal Servizio nazionale e quindi anche a fronteggiare meglio l’emergenza delle liste di attesa». E ancora: «Portiamo da 60 a 100 euro ilv compenso per ogni ora aggiuntiva dei medici per ridurre le liste di attesa. Mentre il compenso degli infermieri lo portiamo da 30 a 60 euro, un raddoppio netto. Nel nuovo contratto poi potrebbe trovare posto anche la detassazione dei premi di risultato, quando anche questi vertono sulla riduzione delle liste». Per contribuire a ridurre le liste ci vorrà anche l’aiuto dei privati convenzionati: «Per questo abbiamo incrementato il tetto per l’acquisto delle prestazioni dell’1% nel 2024, del 2% l’anno successivo e del 3% nel 2026. Dall’altro lato rifinanziamo i piani operativi regionali per ridurre i tempi di attesa. Portandoli dal 3 al 4% del Fondo sanitario».
Le prestazioni dal privato
Che in parte può essere utilizzato «anche per l’acquisto di prestazioni dal privato, che fino ad oggi ha pagato meglio i suoi professionisti rispetto al pubblico. Incrementando ora le retribuzioni di chi lavora in quest’ultimo sono convinto che alla fine non sarà nemmeno necessario spendere tutti questi soldi per le strutture convenzionate. Dobbiamo riequilibrare il sistema perché questo disordine lo pagano soprattutto i più deboli e questo è inaccettabile». Schillaci dice che il contributo di 2 mila euro per i cittadini extracomunitari «è solo l’adeguamento economico di un contributo per l’iscrizione volontaria che esiste dal 1998 e che non veniva più aggiornato». Mentre, sostiene, «la spesa sanitaria pubblica pro-capite è arrivata a essere di 2.100 euro. Non riguarda i lavoratori stranieri per cui vengono corrisposti i contributi obbligatori come per i lavoratori italiani. Ma quelle categorie di stranieri, come gli studenti, temporaneamente residenti, che se non vorranno pagare il contributo, continueranno ad accedere gratis ai pronto soccorso e agli ambulatori in caso di urgenze. Molti altri Paesi non lo fanno».
Il buco
Infine, sul buco da sei miliardi evidenziato dalla Corte dei Conti per lo sfondamento del tetto di spesa su Tac e dispositivi medici come le siringhe tra 2019 e 2023, Schillaci dice che «se ne occupa il ministero dell’Economia. Diciamo che il payback introdotto negli anni passati che obbliga le imprese del settore a ripianare la metà degli sforamenti non era la migliore delle norme. E infatti ci sono molti ricorsi da parte delle aziende. Per cui credo che in qualche modo in seguito bisognerà intervenire».