Così la Legge di Bilancio taglia il canone ma dà alla Rai 420 milioni l’anno di soldi pubblici
La legge di bilancio del governo Meloni taglia il canone Rai nella bolletta dell’elettricità. Per i prossimi tre anni la cifra scenderà da 90 a 70 euro annui per ciascun cittadino. Ma contemporaneamente l’esecutivo riconosce alla Rai uno «stanziamento straordinario» di 420 milioni l’anno sempre per tre anni. I 1260 milioni copriranno il buco. Non interamente, sostiene il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Viale Mazzini dovrà fare delle economie. Ma in Rai, spiega oggi Repubblica, la pensano diversamente. Secondo il Mef la Rai perderebbe 60 milioni in tutto dallo sconto in bolletta per i cittadini. La Rai invece conta 1410 milioni di incassi con il canone a 70 euro. E con il contributo del governo la tv pubblica strapperebbe in totale 30 milioni in più già nel 2024 rispetto al 2023.
I conti di Viale Mazzini
Viale Mazzini punta a ridurre i costi interni fino all’8% e l’indebitamento finanziario netto fino al 20%. In questi mesi il governo ha ipotizzato vari meccanismi per tagliare il canone Rai. Anche perché l’Unione Europea aveva fatto notare l’irrazionalità di una tassa che confonde le mele (la bolletta elettrica) con le pere (il finanziamento alla tv pubblica). Una delle ipotesi ventilate era quella di infilare il pagamento nel 730. Ma anche quella di pagare con l’utenza del telefono. L’agenzia di stampa Ansa spiega che le risorse da canone, in base al consuntivo 2022 e nell’assestamento 2023, ammontano complessivamente a circa 1,85 miliardi. Sono destinate pressoché integralmente alla Rai, ad eccezione di una quota di 110 milioni annui, il cosiddetto extragettito, assegnata al Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione. Accanto a queste, la Rai può contare sui ricavi da pubblicità.
Il budget 2024
Dall’analisi del budget 2023 hanno mostrato una leggera flessione, da 640 a 622 milioni di euro. Viale Mazzini ha da tempo lanciato l’allarme risorse, anche alla luce di un indebitamento che dal 2021 al 2022 è aumentato da 500 a 550 milioni. Rivendicando per sé la quota dell’extragettito per far fronte agli obblighi previsti dal contratto di servizio per il prossimo quinquennio, che è in dirittura di arrivo. In manovra, se la norma messa a punto dal governo non subirà modifiche, sarà previsto che gli investimenti per il multimediale saranno comunque finanziati dallo stato.