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Quando il treno è in ritardo al viaggiatore va risarcito anche il danno esistenziale: la sentenza della Cassazione

19 Ottobre 2023 - 06:28 Redazione
cassazione treno in ritardo danno esistenziale
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La pronuncia riguarda un viaggiatore rimasto per 24 ore sulla Roma-Cassino. Ma vale per tutti

La Corte di Cassazione ha stabilito che i ritardi dei treni creano un danno esistenziale ai viaggiatori. E anche quello va risarcito. La sentenza 28244/2023 riguarda il caso-limite di un pendolare che è rimasto per 24 ore sulla Roma-Cassino senza cibo. Ma può essere estesa ai casi meno gravi. Soprattutto se i rallentamenti erano prevedibili ma le Ferrovie dello Stato non hanno avvisato i clienti e non si sono attivate per renderli tollerabili. E così al passeggero è stato riconosciuto un risarcimento di 400 euro anche se il biglietto ne costava appena cinque. Mentre l’azienda, che aveva consigliato di non prendere nemmeno il treno, ha torto. Perché secondo la Cassazione le informazioni fornite non erano tali da far ritenere che il tragitto non si sarebbe concluso in tempi ragionevoli.

I tempi ragionevoli

Il caso lo racconta oggi Il Messaggero. I fatti risalgono al 3 febbraio 2012. All’epoca, a causa di una nevicata, il treno era rimasto addirittura isolato per un giorno e una notte. La circolazione ferroviaria era stata sospesa. I passeggeri erano rimasti senza cibo nei vagoni. Il Giudice di Pace aveva condannato le Ferrovie dello Stato. La sentenza era stata confermata dal tribunale di Cassino. Ora l’ok del Palazzaccio, che ha condannato le Ferrovie a risarcire anche le spese legali: 900 euro. Più altri mille per la responsabilità aggravata. Nella sentenza i magistrati della Terza sezione civile che i giudici hanno sottolineato altri due fattori oltre al ritardo. Ovvero l’omissione di ogni adeguata assistenza e i bollettini meteorologici. Che erano chiarissimi nell’indicare potenziali disagi. Ma che l’azienda avrebbe ignorato.

Un problema prevedibile

Il fatto che il problema fosse prevedibile avrebbe dovuto imporre all’esercente del servizio pubblico a predisporre con precauzionale diligenza le contromisure. Mentre la durata di 24 ore prova che non si è trattato di disagi sporadici ma di un vero e proprio disservizio. Da qui il riconoscimento del danno esistenziale. La Corte ha concluso ricordando che l’attuale legislazione non assicura solo forme di indennizzo per le cancellazioni, ma anche la tutela in caso di altri pregiudizi tutelati e lesi. Per questo è arrivato il rimborso.

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