Carlo Calenda e il problema dei soldi dopo il divorzio da Italia Viva: «Renzi è infantile, rischia di perdere 400 mila euro»
Come nei migliori matrimoni, l’ufficializzazione del divorzio tra Matteo Renzi e Carlo Calenda lascia strascichi polemici. Intanto perché Italia Viva al Senato ha sette parlamentari e può permettersi un gruppo, mentre Azione no. Invece alla Camera non ci sono problemi di numeri. Ma lo scioglimento dei gruppi parlamentari può portare a una compressione degli spazi televisivi destinati ad Azione dalla Rai. Ma la realtà, fa sapere oggi il Corriere della Sera, è che il divorzio è ancora simbolico. Lo ha spiegato proprio Calenda ai suoi. Dando a Renzi dell’«infantile». E aggiungendo che «se ne dovrebbe andare via Matteo, non io. Ma non lo vuole fare perché teme di perdere il residuo del finanziamento della scorsa legislatura, 400 mila euro. Eppure io gli ho anche scritto in un pezzo di carta che non gli toglierò quei soldi».
Il Riformista saudita
Calenda va oltre: «Comunque, il cambio di nome del gruppo è un’invenzione di Renzi. Per quel passaggio ci voleva l’autorizzazione dei due terzi dei senatori, che non c’è. Quindi per quanto mi riguarda il gruppo si chiama ancora Azione-Italia Viva-Renew Europe. Se vuole va via lui, io anche se decide di chiamare il gruppo “Il Riformista saudita” non mi muovo. Ho fatto anche ricorso e vediamo che succede». Da Calenda è arrivata anche qualche malignità: «Non vi sfiora il dubbio che Matteo abbia deciso di inscenare questa pantomima perché ha visto che mezza Iv del Nord sta con Rosato e Bonetti e, quindi, con noi?». Nei giorni scorsi Renzi aveva offerto un accordo per le Europee ad Azione. Mentre proprio Rosato aveva detto addio a Iv, precisando che non si sarebbe iscritto ad Azione.
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