L’università vuole cambiare nome al Natale: «Via i riferimenti cristiani». Il caso a Firenze
Non più Natale, ma “Festa d’Inverno” o simili. L’università europea di Fiesole (Firenze) vorrebbe cambiare nome alla festività natalizia in un’ottica inclusiva nei confronti della propria popolazione studentesca che arriva da tutto il continente. Una modifica solo nel nome, ma non nel rito e nelle celebrazioni. Tanto è però bastato per scatenare le polemiche della politica locale e di quella con sede a Bruxelles. L’europarlamentare Susanna Ceccardi ha infatti tuonato: «Questa proposta risponde all’ondata del pensiero politicamente corretto che mira a cancellare i tratti distintivi della nostra civiltà». Una polemica già scoppiata quando erano state pubblicate le linee guida interne alla Commissione europea. Nel frattempo, è anche arrivato un chiarimento di fonti interne all’ateneo che all’Ansa hanno voluto precisare che «la decisione sul cambio di nome per la festa di Natale non è ancora stata presa, ed è oggetto di valutazione».
La proposta
A svelare il progetto è stata l’agenzia di stampa Servizio informazione religiosa (Sir) che è venuta a conoscenza di una corrispondenza interna all’università. La proposta incriminata è quella presentata da una lettera del presidente dell’istituto Renaud Dehousse che «per ottemperare agli obblighi del “Piano per l’uguaglianza etnica e razziale dell’Eui”, “l’ex festa ‘Natale’ verrà rinominata, per eliminare il riferimento cristiano”», riporta Sir. Il piano dell’università prevede, come scrive Sir, che le festività religiose vengano rispettate e inserite in calendario ma al contempo che il linguaggio con le quali vengono comunicate sia inclusivo. Questo è infatti quello che si legge nel “Piano per l’uguaglianza etnica e razziale 2023-2026” dell’Istituto: «Le diverse osservanze religiose e culturali che sono rappresentate all’Iue saranno riconosciute nel calendario degli eventi e delle attività correlate. Si presterà attenzione a garantire che la celebrazione di festività e ricorrenze sia comunicata con un linguaggio inclusivo, riconoscendo le diverse religioni e credenze». Ecco perciò l’iniziativa per rinominare il Natale. E già una proposta è iniziata a circolare: “Festa d’Inverno”. Le prime critiche erano arrivate dall’interno dell’università: la denominazione di Natale, secondo alcuni, è legata alla cultura del nostro Paese e quindi va oltre alla religione.
Le polemiche
La polemica ha raggiunto anche i palazzi istituzionali. La consigliera del Comune e della Città metropolitana di Fiesole Alessandra Gallego, di Fratelli d’Italia, si è scagliata contro la proposta: «È sconcertante che un istituto accademico decida di rimuovere il riferimento cristiano dalla celebrazione del Natale, considerando che questa istituzione ha la propria sede nella “badia fiesolana”, un luogo dove nel passato sorgeva l’oratorio dedicato ai santi Pietro e Romolo (patrono di Fiesole). Se vuole annullare il Natale, allora si trovi anche un’altra sede per svolgere la sua attività. Il presidente ritiri la sua decisione». Al coro di critiche si è unita anche l’eurodeputata Ceccardi: «Eliminare i riferimenti cristiani di questa festività significa comprometterne integralmente l’essenza: un momento di gioia, di riflessione e di storia millenaria della nostra comunità. Cancellare il Santo Natale significa cancellare la nostra identità. Ma non ci può essere rispetto per gli altri se non impariamo a rispettare innanzitutto noi stessi. Mi auguro quindi un passo indietro immediato su questa decisione da parte dei vertici dell’Istituto».