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Legge di Bilancio, la nuova bozza in 91 articoli: la tampon tax torna al 10%, sale l’importo minimo per l’anticipo della pensione

24 Ottobre 2023 - 10:36 Redazione
Tra le misure per la natalità previsto uno sgravio fino a 3 mila euro per le madri lavoratrici. Cambia, come annunciato, anche la tax credit per il cinema

Sanità, pensioni, pubblica amministrazione, famiglia, revisione della spesa. Sono questi alcuni dei macro capitoli che compaiono nella prima bozza della legge di Bilancio, che si compone in tutto di 91 articoli. Tra le misure inserite c’è la conferma del taglio del cuneo fiscale con una proroga dell’attuale misura per tutto il 2024. Tra le misure a favore della natalità c’è lo sgravio contributivo al 100% – ma comunque fino a un «massimo di 3 mila euro annui» – senza limiti di reddito per tutte le lavoratrici madri, a esclusione del «lavoro domestico». Lo sconto sui contributi per la quota a carico del lavoratore dipendente è legato al numero di figli: per le mamme con due figli dura fino ai 10 anni del bimbo più piccolo. Per chi ha tre figli lo sconto sui contributi dura più a lungo: fino ai 18 anni del figlio più piccolo.

L’Iva al 10% per i prodotti per l’infanzia

Sempre per favorire la natalità, la bozza della manovra prevede un incremento del bonus per pagare le rette agli asili nido pubblici e privati. Il contributo è destinato però solo ai secondi figli nati dal 1° gennaio 2024 in nuclei con già un minore under 10 e un Isee inferiore a 40 mila euro. Il bonus per l’asilo nido è stato «elevato a 2.100 euro». La bozza della manovra prevede poi un mini-tesoretto da 200 milioni in due anni, nel 2024 e 2025, per finanziare il Fondo per far fronte a esigenze indifferibili. Torna al 10% l’Iva per i prodotti per l’infanzia e la cosiddetta «tampon tax». La bozza della manovra prevede infatti che non ci sia più l’Iva al 5% per latte in polvere, preparazioni per l’alimentazione dei bimbi, assorbenti, tamponi e coppette mestruali. Confermato invece il congelamento per altri sei mesi di plastic e sugar tax, che sarebbero dovute scattare a fine anno. Le due imposte, introdotte con la manovra per il 2020 e mai entrate in vigore, dovrebbero quindi partire dal 1° luglio 2024, salvo ulteriori rinvii.

Aumento delle accise su sigarette e tabacchi trinciati

I fumatori si preparino a sborsare più soldi per concedersi il vizio del fumo. Il governo ha deciso di aumentare le accise su sigarette e tabacchi trinciati. L’aumento del costo di ogni singolo pacchetto è stimato in circa 10 centesimi. Nel dettaglio, la bozza della Manovra prevede che l’accisa per mille sigarette salga da 28,20 euro a 29,30 euro. A decorrere dal 2025, un altro aumento: 29,50 euro ogni mille sigarette. Per i tabacchi trinciati l’accisa viene fissata in «euro 140 il chilogrammo fino al 31 dicembre 2023, euro 147,50 il chilogrammo a partire dal 1° gennaio 2024 e euro 148,50 il chilogrammo a decorrere dal 1° gennaio 2025».

Il taglio agli enti locali

La manovra prevede poi una sforbiciata ai conti degli enti locali per contribuire alla spending review richiesta da Giorgia Meloni. Secondo quanto si legge nella bozza, le Regioni sono chiamate a un taglio da 350 milioni l’anno, escluse le voci diritti sociali e salute. I sindaci dovranno invece ridurre le spese dei comuni di 200 milioni l’anno, le province di 50 milioni. Tra le voci del capitolo revisione della spesa previste anche «misure per il turnover» che non sono però ancora declinate.

L’adeguamento delle pensioni

Tra le altre misure inserite nella bozza della manovra c’è poi l’adeguamento pieno all’inflazione per le pensioni fino a quattro volte il minimo, ossia sotto i 2mila euro. L’adeguamento passa dall’85% al 90% per quelle tra 4 e 5 volte il minimo. Mentre scende dal 32% al 22% (con un taglio dunque rispetto alle norme in vigore quest’anno) per quelle più alte, ovvero sopra 10 volte il minimo, pari a circa 5mila euro al mese. L’indicizzazione viene confermata al 53% per gli assegni pari a 5-6 volte il minimo; al 47% per quelli tra 6 e 8 volte; al 37% per quelli tra 8 e 10 volte.

Come cambia l’importo minimo per l’anticipo della pensione

Sempre in tema pensioni, la bozza della manovra prevede un aumento dell’importo minimo maturato necessario per i lavoratori che hanno cominciato a versare contributi dal 1996, per poter accedere alla pensione tre anni prima dell’età di vecchiaia. A fronte di almeno 20 anni di contributi versati, la soglia – secondo quanto prevede la bozza della legge di bilancio – sale da 2,8 a 3,3 volte l’assegno sociale. In pratica, secondo i valori riferiti al 2023, da 1.409 euro a 1.660. Salta invece il limite di 1,5 volte l’assegno sociale per l’accesso alla pensione a 67 anni una volta raggiunti i 20 anni di contributi.

Quota 104 e Ape sociale

La bozza della manovra del governo prevede poi una Quota 104 “penalizzata” per la pensione anticipata, con almeno 63 anni di età (fino a quest’anno erano 62) e 41 anni di contributi. Chi deciderà di accedere alla pensione con questo strumento avrà una riduzione dell’importo, relativo all’età di uscita. La manovra inoltre allunga la durata delle “finestre”, ovvero il tempo da attendere per avere la pensione una volta raggiunti i requisiti, che passano da tre a sei mesi per il settore privato e da sei a nove mesi per il settore pubblico. La bozza della legge di bilancia conferma che anche per tutto il 2024 sarà possibile accedere all’Ape sociale, l’indennità erogata dall’Inps a soggetti in particolari condizioni che abbiano compiuto almeno 63 anni di età e che non siano già titolari di pensione diretta. Dalla bozza del documento emerge che le disposizioni della legge 11 dicembre 2016, n. 232 (che istituiva l’Ape), «si applicano fino al 31 dicembre 2024». L’autorizzazione di spesa aumenta di 85 milioni per il 2024, di 168 milioni per il 2025, di 127 milioni per il 2026.

Il tax credit per il cinema

A cambiare con la nuova legge di bilancio sarà anche il sistema di tax credit per il cinema, come annunciato nei giorni scorsi anche dal ministro Gennaro Sangiuliano. Secondo quanto prevede la bozza circolata in queste ore, la percentuale di spesa su cui applicare l’agevolazione per le opere cinematografiche è al 40% ma l’aliquota può scendere. L’articolo prevede infatti che possa essere rimodulata «per esigenze di bilancio», «in relazione alle dimensioni di impresa o gruppi di imprese» oppure «in relazione a determinati costi eleggibili o soglie di costo eleggibile». La multa per le dichiarazioni infedeli sui costi su cui viene applicata la tax credit va da 10 a 50mila euro. La bozza della legge di bilancio prevede poi un gettone per i componenti della commissione incaricata di scegliere le opere prime o di giovani registi destinatarie di contributi statali per il cinema. La legge attuale prevede infatti che gli esperti non abbiano «titolo a compensi, gettoni, indennità comunque denominate, salvo il rimborso delle spese documentate effettivamente sostenute». Nella bozza della legge di bilancio si prevede invece un budget «di 500mila euro annui a decorrere dall’anno 2024».

Il canone Rai

Confermato l’abbassamento del canone Rai, che scende a 70 euro per il 2024. La novità, già annunciata dal governo nelle scorse settimane, è prevista in un articolo della bozza della legge di bilancio. La parte che scomparirà dalle bollette sarà comunque pagata dai contribuenti, in forma indiretta, attraversò la fiscalità generale. «Per il miglioramento della qualità del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale su tutto il territorio nazionale – si legge nella bozza del documento – è riconosciuto alla società un contributo pari a 430 milioni di euro per l’anno 2024». Una cifra destinata all’ammodernamento, lo sviluppo e la gestione infrastrutturale delle ret.

Il fondo per i migranti

Nel prossimo anno in arrivo 200 milioni di euro per finanziare il fondo per l’accoglienza dei migranti, che va a sostegno anche dei comuni coinvolti e dei minori non accompagnati. La bozza della legge di bilancio integra le risorse previste dal dl anticipi per il capitolo migranti, pari nel 2023 a 46 milioni. Lo stanziamento nel 2025 sale a 300 milioni, mentre per l’anno successivo le risorse sono pari nuovamente a 200 milioni. A partire dal 2024 la manovra del governo prevede poi un contributo di un milione di euro per potenziare l’attività di prevenzione e assistenza sanitaria e socio-sanitaria per i migranti che sono in condizioni di vulnerabilità sociale ed economica. Le risorse saranno a favore dell’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà (ente del servizio sanitario nazionale) e serviranno anche alla promozione delle competenze del personale sanitario.

Obbligo di assicurazione contro le calamità naturali per tutte le imprese: fino a un milione di euro di sanzione per chi resta scoperto

«Le imprese,con sede legale in Italia e le imprese aventi sede legale all’estero con una stabile organizzazione in Italia sono tenute a stipulare, entro il 31 dicembre 2024 contratti assicurativi a copertura dei danni alle immobilizzazioni materiali direttamente cagionati da calamità naturali ed eventi catastrofali verificatisi sul territorio nazionale». Ovvero, secondo la bozza della legge di Bilancio, tutti gli imprenditori che svolgono stabilmente attività in Italia saranno obbligati a stipulare dei contratti assicurativi che coprano i danni di eventuali «sismi, alluvioni, eruzioni vulcaniche, fenomeni di bradisismo, frane, inondazioni ed esondazioni». Chi si sottrae a tale obbligo e viene scoperto, incorrerà in sanzioni amministrative pecuniarie che vanno da 200 mila euro a un milione di euro.

Titoli di Stato fuori dal calcolo Isee

Per il calcolo dell’Isee, cioè per la «determinazione dell’indicatore della situazione economico equivalente», non verranno considerati i titoli di Stato che ciascun individuo ha nel suo portafoglio bancario. Su questo punto, il deputato di Italia Viva Luigi Marattin ha sollevato una polemica: «Dalle bozze non ufficiali della legge di Bilancio sembra che l’esenzione dall’Isee valga solo per i titoli di Stato italiani e non per tutti i titoli pubblici. Siamo usciti dall’Unione europea senza saperlo, o al ministero dell’Economia hanno preso una cantonata?».

Affitti brevi, aumento della cedolare secca

Come già annunciato, la bozza della Manovra interviene sul regime fiscale degli affitti brevi: aumenta la cedolare secca e la ritenuta d’acconto per i canoni di locazione, che passano dal 21% al 26%.

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