Il Fatto e i 300 mila euro incassati da Vittorio Sgarbi per mostre e premi: «Ma è vietato dalla legge»
Da febbraio ad oggi il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi ha incassato 300 mila euro in mostre e premi. Insieme al suo capo segreteria e alla sua compagna, fa sapere Il Fatto. Anche se c’è una legge che da vent’anni impone ai titolari di incarichi politici di dedicarsi esclusivamente alla “cura degli interessi pubblici”. Vietando “attività professionali in materie connesse alla carica di governo”. Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano sa? Ha dato un beneplacito? Lui intanto replica: «La mia attività non è vietata dalla legge. Sono come un ministro che scrive libri. Lei (l’autore dell’articolo è Thomas Mackinson, ndr) sta lavorando su dati che riguardano la mia vita professionale probabilmente carpiti via Internet. E io ho appena denunciato».
Le consulenze
L’11 novembre Sgarbi presiederà la giuria di Miss Italia. L’ingaggio vale 10 mila euro. Ai comuni chiede dai 5 ai 7 mila euro più Iva per una o due ore di presenza. Per la lectio magistralis su Caravaggio ci vogliono 200 euro al minuto. Per una mostra su Andy Warhol a Polesella ce ne vogliono 3.500 e 35 mila per “La vergine delle rocce” ad Agrigento. Il quotidiano adombra anche la possibilità che attorno a lui e ai suoi collaboratori di fiducia ruoti un’industria fondata sulle consulenze. Ma le cui remunerazioni rimangono nell’ombra. La lezione su Caravaggio del 5 ottobre la paga la Kronospan di San Vito al Tagliamento che fa pannelli in legno. L’inaugurazione della mostra su Warhol del giorno dopo la paga Marea Srl di Rovigo. A emettere la fattura sono due società a lui vicine. La prima si chiama Ars Srl e ha un capitale di mille euro.
Le società
La seconda è la Hestia srl. Sono state create nel 2017 e nel 2018. L’amministratore della prima è Nino Ippolito, già legale rappresentante de La Capra srl e suo addetto stampa. Ora è capo segreteria di Sgarbi. Come amministratore di Ars srl garantisce la presenza del professore dietro il corrispettivo di un gettone di presenza oltre al rimborso spese di hotel, trasferte, pranzi, cene ed autisti. Hestia srl è amministrata dall’attuale compagna di Sgarbi Sabrina Colle. La Fondazione Effetto Arte ha pagato 35 mila euro per avere Sgarbi. Con due bonifici. Ricevuti i soldi, la Ars effettua un bonifico esattamente di pari importo a beneficio di una casa d’aste per il pagamento di una fattura emessa da quest’ultima a saldo per acquisti di Vittorio Sgarbi. La distinta indica il debitore effettivo: Vittorio Sgarbi.
La legge
E cosa dice la legge? Sgarbi è vincolato alla 215/2004 che impone a chi la ricopre di dedicarsi «esclusivamente alla cura degli interessi pubblici». Dal giuramento in poi, «al titolare non può derivare, per tutta la durata del governo, alcuna forma di retribuzione o vantaggio». La legge vieta anche di «esercitare attività professionali o di lavoro autonomo in materie connesse con la carica di governo, di qualunque natura, anche se gratuite, a favore di soggetti pubblici o privati». Il legislatore precisa: «Sono vietate anche all’estero». L’avvocato di Sgarbi Giampaolo Cicconi ha scritto al Fatto: «La prego per ora di astenersi dal pubblicare notizie, anche per non violare la privacy e il segreto istruttorio».
Riceviamo e pubblichiamo la replica di Sgarbi contro il Fatto Quotidiano: «Valanga di falsità e illazioni. Presentato esposto contro il giornale per la sistematica opera di diffamazione»
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