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La truffa del reddito di cittadinanza a Palermo: 93 indagati, c’è un impiegato di Regione siciliana

25 Ottobre 2023 - 09:22 Redazione
reddito di cittadinanza assegno inclusione sostegno formazione lavoro come riaverlo
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Sequestrato un Caf e 600 mila euro

In tutto sono 93 gli indagati per una maxi-truffa sul reddito di cittadinanza scoperta dalla Guardia di Finanza a Palermo. L’inchiesta ha portato all’arresto di Francesco Tuttoilmondo, impiegato della società partecipata dalla Regione Siciliana Sas servizi ausiliari Sicilia e gestore di un Caf Acli a Palermo. Attraverso lo schermo giuridico del patronato, Tuttoilmondo avrebbe predisposto la documentazione falsa a beneficio di un’ampia platea di clienti a cui il sussidio non sarebbe spettato. Ricevendo per ogni pratica un compenso economico. Tuttoilmondo 47 anni, impiegato in una partecipata della Regione siciliana, è indagato per istigazione alla corruzione, falso in atti pubblici e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Con lo stesso provvedimento sono stati sequestrati il Caf Acli Centro Raccolta Arenella e 620.402 euro, che, per gli inquirenti, sarebbero profitto dei reati.

La storia

Tuttoilmondo avrebbe anche cercato di corrompere dipendenti comunali con regali e somme di denaro. Il tutto allo scopo di tentare di velocizzare l’iter amministrativo per il cambio di domicilio necessario a ottenere il sussidio. Anche una sua collega risulta indagata. In totale sono state individuate 53 persone indebitamente beneficiari del reddito di cittadinanza, che avrebbero percepito somme non dovute per 620.402 euro. Le indagini, condotte dai finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo-gruppo tutela spesa pubblica, sono scattate dopo la denuncia di un dipendente del Comune di Palermo. Da lì gli investigatori hanno accertato la produzione di documenti falsi che servivano per la richiesta del sussidio: dichiarazioni di residenza, dichiarazioni di iscrizione anagrafica ai fini Tari, contratti di locazione.

L’invio

Il tutto veniva inviato telematicamente alle postazioni territoriali dell’anagrafe comunale deputate al servizio di cambio domicilio. La necessità di ottenere l’approvazione delle variazioni sarebbe stata funzionale alla creazione dei falsi requisiti per la percezione del reddito di cittadinanza. Tutti legati al mancato superamento di specifiche soglie reddituali da parte del nucleo familiare e all’assenza di persone condannate per gravi reati.

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