«Vittorio Sgarbi indagato per evasione fiscale». E Sangiuliano lo scarica: «Lo tengo a distanza, non voglio averci a che fare»
Secondo un articolo riportato oggi su Il Fatto Quotidiano, il sottosegretario Vittorio Sgarbi sarebbe indagato a Roma per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Si parla di debiti non pagati per 715 mila euro. Sgarbi – che rigetta tutte le accuse e minaccia querela – dice di avere una lettera dell’Autorità Anticorruzione che giustifica le sue «attività divulgative». Ovvero i 300 mila euro incassati dall’inizio dell’anno in consulenze, presentazioni e mostre. L’Anac, secondo Sgarbi, ha detto che «non c’è alcuna incompatibilità. Sono illazioni che nascono dalle denunce di un mio collaboratore con lettere anonime. Ma sono infondate. E comunque non prendo una lira dal ministero per le missioni». Tuttavia, sempre sulle colonne del Fatto il ministro Gennaro Sangiuliano dice in un’intervista rilasciata a Thomas Mackinson: «Non sapevo nulla delle consulenze. Ho già avvertito Meloni. Del resto non l’ho voluto io. Cerco di tenerlo a distanza e di rimediare ai suoi guai». Sgarbi ha sostenuto che l’intervista fosse falsa.
I 300 mila euro
La vicenda dei 300 mila euro oggi viene dettagliata meglio dal Fatto. Gli eventi a pagamento dall’inizio del 2023 sarebbero 28 per 214 mila euro di compensi. Cinque sarebbero ancora da confermare e varrebbero altri 41 mila euro. Il suo avvocato Giampaolo Cicconi replica con ironia: «Meraviglioso è pensare che vi sia incompatibilità tra la funzione di sottosegretario e quella di presidente della giuria di Miss Italia. È inopportuno per ragioni di prostata?». La legge n. 215/2004 all’articolo 2 dice: «Il titolare di cariche di governo non può esercitare attività professionali o di lavoro autonomo in materie connesse con la carica di governo, di qualunque natura, anche se gratuite, a favore di soggetti pubblici o privati». Il legale ricorda anche che «nessun rimborso è stato chiesto dai suoi collaboratori o da lui stesso per iniziative di carattere non istituzionale».
Le attività
Ma – secondo il Fatto – ci sono attività che potrebbero essere considerate discutibili. A Genova il presidente della Fondazione Pallavicino Onlus Domenico Antonio Pallavicino aveva un problema con le ruspe che scavavano parcheggi. Il 2 gennaio Sgarbi videodenuncia il «cubo di cemento immondo» e i vertici della Sovrintendenza. Mostra foto fatte dall’amministratore dei beni del principe Claudio Pietro Senzioni. Senza menzionare che è lui il direttore artistico della Fondazione. Pallavicino il 16 maggio e il 12 giugno avrebbe bonificato a Sgarbi 24 e poi 30 mila euro. Il primo senza causale, l’altro con causale “regalia”. E ancora: l’artista Barbara Pratesi – racconta anche il quotidiano diretto da Travaglio – viene selezionata a Venezia da Sgarbi, che fa parte della giuria. Le sue opere vengono esposte dal 5 al 9 maggio nel Padiglione Spoleto. Un mese dopo, il 6 giugno, la pittrice avrebbe bonificato a Sgarbi 2.500 euro, altri 1.000 euro il 20 giugno e ancora 1.000 euro il 27 giugno.
L’indagine a Roma
Intanto scoppia anche un altro caso. Quello dell’indagine a Roma. L’accusa è di non aver pagato 715 mila euro all’Agenzia delle Entrate. Mentre la sua compagna Sabrina Colle comprava quadri al suo posto, secondo l’accusa. Si parla di un’opera di Vittorio Zecchin, artista di Murano. L’opera risale al 1913 ed è “Il giardino delle Fate”. Secondo i pm nell’ottobre 2020 Sgarbi avrebbe partecipato all’asta della casa Della Rocca e la compra per 148 mila euro. Ma a farlo materialmente è Colli. Secondo i giudici il reale acquirente sarebbe il sottosegretario. I magistrati gli contestano la sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte come previsto dall’articolo 11 della legge 74 del 2000.
Il legale
Che punisce chiunque «al fine di sottrarsi al pagamento di imposte sui redditi o sul valore aggiunto ovvero di interessi o sanzioni amministrative relativi a dette imposte aliena simulatamente o compie altri atti fraudolenti sui propri o su altrui beni idonei a rendere in tutto o in parte inefficace la procedura di riscossione coattiva». Il legale Cicconi spiega che «Il sottosegretario ha proceduto alla rottamazione delle cartelle esattoriali, sta pagando tutte le rate. Molte di queste cartelle derivano da multe. Altre indagini della Procura di Roma sono finite in un nulla di fatto, come quella che riguardava i quadri di De Domicis: Sgarbi è stato prosciolto perché il fatto non sussiste». Sgarbi spiega al quotidiano: «Il dipinto è stato donato alla mia fidanzata da Corrado Sforza Fogliani, come risulta da bonifico. Avrà diritto di avere un quadro?».
Sangiuliano prende le distanze
Intanto però il ministro Sangiuliano scarica Sgarbi sempre sul Fatto. «Sono indignato dal comportamento di Sgarbi, va bene? Lo vedevo andare in giro a fare inaugurazioni, mostre e via dicendo. Ma mai avrei pensato che si facesse pagare per queste cose», esordisce. E ancora: «Ho subito avvertito chi di dovere e segnalato di averlo fatto a Giorgia Meloni. Del resto si sa, non l’ho voluto io e anzi: cerco di tenerlo a debita distanza e di rimediare ai guai che fa in giro». Poi addirittura si dissocia: «Io rispondo del mio comportamento, il compito di vigilanza non ce l’ho io ma la magistratura. E non posso certo sapere tutto quello che combina Sgarbi. Lo vedo una volta ogni tre mesi anche perché, dico la verità, lo tengo a distanza della mia persona, voglio averci a che fare il meno possibile».
La segnalazione all’Antitrust
Il sottosegretario, secondo il suo stesso ministro, «va in giro a promettere cose irrealizzabili. Annuncia acquisti di palazzi e cose da parte del ministero che ha solo 20 milioni in bilancio per acquistare beni. E io poi dopo devo andare a spiegare ai giornali che questa cosa non esiste, che non si può fare, che c’è una procedura, che bisogna rispettare le leggi, che tutto va fatto con l’Agenzia del demanio. Se faccio l’elenco delle cose che lui dice che bisogna comprare tocca spendere 1 miliardo che lo Stato non ha. Comunque ho scritto a chi di dovere». Ovvero l’Antitrust: «Dovrà verificare una volta per tutte se quell’attività a pagamento è contraria alla legge. A me sembra di sì, e infatti appena venerdì ho appreso della questione, ho preso tutte le carte e le ho subito mandate. E questo lo posso dimostrare».
La moralità
Infine, la chiusura sulla moralità: «È irreprensibile. Io pago di tasca mia anche i pranzi istituzionali, a costo di svenarmi. Se non trovano un albergo a 200 euro e costa di più, la differenza me la pago da solo. Se mi regalano una cosa da ministro la dono, previa autorizzazione dell’Agenzia delle Entrate, alla Caritas. Io sono così».
Riceviamo e pubblichiamo la replica di Sgarbi contro il Fatto Quotidiano: «Valanga di falsità e illazioni. Presentato esposto contro il giornale per la sistematica opera di diffamazione»
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