Il fisco nei conti correnti, frenata sui pignoramenti rapidi: chi viene escluso
La possibilità di rendere più veloce il pignoramento dai conti correnti, dando all’Agenzia delle entrate -Riscossione gli strumenti per verificare la disponibilità nei depositi bancari, ha provocato un piccolo terremoto nella maggioranza. La novità è contenuta nella bozza della prossima manovra di bilancio, quella che il governo avrebbe voluto approvare senza emendamenti del proprio schieramento. Ma dopo le critiche di un pezzo di maggioranza, Lega in testa, sono allo studio delle correzioni per prevedere dei limiti ai pignoramento «sprint». La procedura è pensata dall’esecutivo per accelerare la riscossione e migliorare il raggiungimento degli obiettivi della lotta all’evasione fiscale. In queste ore una delle ipotesi in circolazione è uno stop al pignoramento telematico se l’importo del credito del fisco è inferiore ai mille euro. «Per esigenze di massima tutela del debitore», si legge, «se l’importo complessivo del credito per cui si procede è inferiore complessivamente a 1.000 euro», non scatta la procedura di accesso con collegamento telematico diretto alle informazioni relative al deposito. Il testo licenziato dal consiglio dei ministri prevede che nel caso emergesse un credito del debitore nei confronti di uno o più operatori finanziari, l’agente notifica «telematicamente al terzo, senza indugio, l’ordine di pagamento». La norma prevede una serie di misure necessarie di tutela dei dati personali e «a tutela dei diritti e delle libertà degli interessati».
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