Intesa Sanpaolo, la promessa di Messina: «Neanche un licenziamento a causa dell’Ai. Conti digitali forzati? Ricompenseremo i danneggiati» – Il video
Nel giorno in cui annuncia il rinnovato impegno della banca per il sociale – con una spesa prevista monstre da 1,5 miliardi entro il 2027 in iniziative e progetti di lotta alle diseguaglianze – l’Ad di Intesa Sanpaolo Carlo Messina prova a sciogliere anche i nodi più spinosi legati all’impatto dell’innovazione tecnologica sulla banca: tanto per chi ci lavora (100mila persone circa) quanto per i clienti/correntisti (oltre 13 milioni). «Siamo impegnati a rafforzare i sistemi bancari con l’ausilio dell’innovazione tecnologica, compresa l’intelligenza artificiale. Ma finché io sarò l’Ad – e punto a continuare ad esserlo per lungo tempo – ribadisco il mio impegno personale che per nessuno dei nostri dipendenti questo dovrà comportare disagi, compreso che qualcuno debba lasciare l’azienda», ha scandito Messina dal palco del palazzo Intesa di Brescia, dove la banca ha chiamato a raduno personalità del mondo privato e associativo per rilanciare il suo impegno per il sociale. «Continueremo a tenere le persone in azienda, trovando altre forme di valorizzazione delle loro capacità», ha aggiunto Messina, alludendo alla futura nascita/consolidamento di «nuovi mestieri cui potersi dedicare». Rassicurazione cruciale tenendo presente che quella da lui guidata è l’azienda primo datore di lavoro in Italia con circa 100mila dipendenti, in uno dei settori in cui maggiori sono i presagi di «smaterializzazione» dell’attività, con conseguenti timori sulla gestione della forza lavoro.
Il caso Isybank
Ma se l’impatto dell’evoluzione tecnologica agevola da un lato immensamente la gestione quotidiana delle operazioni bancarie, dall’altro ha creato nelle scorse settimane più di un disagio e preoccupazione anche in una parte dei clienti di Intesa Sanpaolo. Il «caso» emerso con forza dopo il 30 settembre è quello di Isybank, la nuova banca interamente digitale lanciata a giugno dal gruppo stesso e verso la quale sono stati fatti migrare a partire da quella data decine di migliaia di conti correnti Intesa. Ma, dettaglio non da poco, in molti casi senza che i diretti interessati ne fossero di fatto a conoscenza. A molti correntisti, la transizione coatta è stata infatti comunicata dalla banca attraverso dei semplici messaggi nell’app dedicata: che quei clienti avevano sì indicato come strumento di comunicazione con Intesa, ma che di fatto spesso non vengono consultati. Ecco perché nel mese di ottobre si sono moltiplicate le segnalazioni su social e le telefonate “agitate” alle proprie (ex?) filiali di clienti che avevano scoperto dalla sera alla mattina di essere diventati correntisti Isybank – con gestione possibile solo più via mobile – e non più Intesa Sanpaolo. Un disagio su cui oggi Messina ha voluto intervenire, rispondendo alle domande di Open. «Con Isybank abbiamo creato un unicum nel settore, sviluppato con partner d’eccellenza come ToolMachine e Google, per costruire un punto di riferimento sul fronte della tecnologia della banca digitale. Abbiamo quindi attivato il trasferimento di circa 200mila clienti verso questa nuova piattaforma, e una piccola parte di questi ha avuto visione non positiva», ha ricostruito l’Ad di Intesa Sanpaolo. «Me ne dispiaccio, perché le persone sono la nostra priorità, e faremo in modo dunque che questi clienti siano contenti». Come? «Faremo in modo che se vogliono ritornare in banca (cioè a un conto Intesa Sanpaolo, ndr) possano farlo, o che possano avere in alternativa benefici di carattere economico: la nostra priorità è che i clienti siano contenti e soddisfatti», ha precisato Messina, rivendicando comunque nel complesso l’operazione Isybank: «L’obiettivo che volevamo raggiungere e per la gran parte abbiamo raggiunto è di fornire una soluzione tecnologica adatta a una fetta ben precisa di clientela: quelli selezionati per la migrazione sono clienti che per la gran parte non vengono in filiale, ma usano già il digitale».
1,5 miliardi per il sociale
A Brescia, accompagnato dagli interventi del presidente della banca Gian Maria Gros-Pietro e da quello del presidente emerito Giovanni Bazoli, Messina ha snocciolato i numeri del rinnovato impegno di Intesa Sanpaolo per sostenere il “sistema-Italia” sul fronte sociale e ridurre le gravi diseguaglianze che lo piagano. Ammonteranno a 1,5 miliardi di euro le risorse che la banca s’impegna a investire sui territori entro il 2027 per «contribuire al bene della collettività» – tenendo conto di progetti, iniziative e dei costi delle strutture di supporto e accompagnamento necessarie. «Un ulteriore forte impegno verso gli azionisti, i clienti, la società nel suo complesso» di fronte ai dati «che costantemente raccogliamo, segno della nostra attenzione alla vita del Paese, e ci confermano come un’ampia fascia della popolazione italiana sia esclusa dalla possibilità di godere dei livelli di benessere individuale propri di un’economia avanzata», ha spiegato Messina. Risorse che andranno a sostenere una varietà di interventi, dall’aiuto ai bisognosi ai progetti di formazione e inserimento lavorativo di giovani, dal social housing alla fornitura di cibo e riparo ai senzatetto. Ma che di fatto, ha sottolineato Messina, non hanno nulla davvero di nuovo considerato che l’impegno per il sociale «fa parte del Dna di questa azienda – non solo dell’Ad ma delle 100mila persone che ci lavorano».
Gli aumenti in busta paga per i dipendenti
Dipendenti nei confronti dei quali Messina ha voluto dare un altro annuncio importante: la concretizzazione dell’impegno a rivedere da subito al rialzo i trattamenti economici per far fronte al carovita. «L’inflazione intacca gli stipendi, è sotto gli occhi di tutti. C’è una trattativa sindacale in corso. Ma al di là dell’esito di questa, possono annunciare sin d’ora che potete contare su aumento sia degli stipendi che dei Tfr, già da questo trimestre. Come primo datore di lavoro in Italia penso sia nostra precisa responsabilità aver chiaro quando vi è necessità di agire e di farlo con rapidità, considerata la situazione di redditività dell’azienda». La ciliegina sulla torta di un approccio di attenzione alle necessità che arrivano dal basso che, ha detto Messina chiudendo il suo intervento, interpreta una filosofia che «nasce non solo dalle radici delle fondazioni, ma anche dal contributo di persone decisive per la costruzione di questo gruppo come Giovanni Bazoli e Giuseppe Guzzetti».
Foto di copertina: L’Ad di Intesa Sanpaolo Carlo Messina all’evento «Nessuno escluso» – Brescia, 26 ottobre 2023 (Maria Laura Antonelli)
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