Dietro l’omicidio di Darya Dugina ci sarebbero spie ucraine addestrate dalla Cia – La rivelazione del Washington Post
A far esplodere il mezzo su cui viaggiava Darya Dugina, uccidendola, sarebbe stato un ordigno entrato in Russia all’interno di un trasportino per gatti. La “gabbietta” avrebbe passato la frontiera all’interno di un’auto dove si trovavano la presunta attentatrice Natalia Vovk e sua figlia dodicenne. A rivelare i dettagli finora ignoti è un’inchiesta del Washington Post, che cita 24 pubblici ufficiali ucraini, statunitensi e di «Paesi occidentali». Secondo i funzionari dei servizi di sicurezza di Kiev (Sbu) a conoscenza dell’operazione, Kiev avrebbe creato uno scomparto nascosto nel trasportino, usandolo poi per nascondere componenti di una bomba, quattro settimane prima della detonazione che ha tolto la vita alla figlia di Alexander Dugin, il cosiddetto ideologo di Vladimir Putin, il 20 agosto 2022.
Il ruolo di Natalia Vovk nell’uccisione di Darya Dugina
Stando a quanto scrive il quotidiano americano, era da poco terminata la rimozione dei detriti dell’esplosione quando i servizi di sicurezza russi (Fsb) identificarono Natalia Vovk, 42 anni, come la principale sospettata. Secondo l’intelligence di Mosca, la donna era entrata in Russia dall’Estonia a luglio 2022, affittando un appartamento nello stesso complesso di Dugina e passando settimane a sorvegliarla prima di ritornare in Estonia, in seguito all’esplosione. L’Fsb aveva anche identificato un presunto complice – Bogdan Tsyganenko – che secondo la Russia avrebbe fornito a Vovk una targa kazaka per la propria auto, una Mini Cooper. L’uomo avrebbe anche aiutato a preparare l’ordigno, e sarebbe anche lui fuggito in Estonia, ma prima dell’attacco. Le autorità ucraine hanno confermato il coinvolgimento di Vovk, che sarebbe stata spinta dal desiderio di vendetta per l’assedio russo della sua città natale, Mariupol. Kiev si è però rifiutata di spiegare dove la donna si trovi attualmente e quali siano i suoi legami con l’Sbu. Come sospettato fin dalle prime ore, l’attacco aveva lo scopo di uccidere Dugin. Ci si aspettava, infatti, che padre e figlia avrebbero viaggiato insieme, ma Dugin salì su un veicolo diverso per raggiungere il festival dove tenne un intervento, e al quale – secondo l’Fsb – sarebbe stata presente anche Vovk. In seguito all’attacco, l’Ucraina aveva negato fermamente il proprio coinvolgimento. «L’Ucraina non ha assolutamente nulla a che fare con questo, perché non siamo uno stato criminale come la Russia, e nemmeno uno stato terrorista», aveva dichiarato Mykhailo Podolyak, consigliere dl presidente Volodymyr Zelensky.
Kiev: «Abbiamo fatto esplodere due volte il ponte di Kerch»
Tuttavia, Kiev ora conferma che le proprie dichiarazioni erano false. La Sbu avrebbe infatti pianificato ed eseguito l’attentato, parte di un’ampia operazione con la quale Kiev mirerebbe a colpire il cuore della Russia. Di questa farebbero parte anche i due attacchi al ponte di Crimea e i droni che hanno sorvolato si sono poi schiantati sul Cremlino. Secondo quanto riporta il quotidiano della capitale statunitense, tutte queste operazione sarebbero frutto di un lavoro iniziato ben prima del febbraio 2022, sin nel 2014, con la prima invasione della Crimea da parte della Russia. Periodo lungo quasi 10 anni durante il quale l’Sbu avrebbe collaborato strettamente con la Cia.
L’aiuto della Cia ai servizi di sicurezza ucraini
Nello specifico, i servizi segreti statunitensi avrebbero addestrato i funzionari ucraini a partire dal 2015 spendendo milioni di dollari per trasformare l’intelligence dell’ex repubblica sovietica in un alleato contro la Russia. L’agenzia avrebbe fornito all’Ucraina sistemi di sorveglianza avanzati, addestrato le reclute in Ucraina e negli Stati Uniti, e costruito nuovi quartier generali per l’Sbu. Tutte le operazioni di intelligence e militari, sostiene la Cia, sarebbero state orchestrate dall’Ucraina, mentre l’intelligence statunitense avrebbe semplicemente fornito e richiesto informazioni cruciali, oltre a strumentazione utile allo spionaggio. In alcuni casi, la Cia afferma di aver criticato la Sbu per le operazioni compiute, nell’ambito delle quali sono stati uccisi almeno sei funzionari russi, la cui morte è stata spesso attribuita a regolamenti di conti interni. Tra questi anche i separatisti filorussi Yevgeny Zhilin, e Mikhail Tolstykh. Nel corso degli anni, i legami tra Sbu e Fsb sono stati tagliati e particolare influenza è stata esercitata dagli Usa nei confronti della Gur, il gruppo militare della Sbu. Infine, secondo il Washington Post i funzionari della sicurezza di Kiev negano di aver avuto un ruolo nel sabotaggio del gasdotto Nord Stream.
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