Una prostituta delle feste con cocaina di Genova ha provato a vendere i video delle serate hard
Una delle escort coinvolte nel caso dei festini a base di cocaina a Genova ha provato a vendere uno dei video a La Verità. L’inchiesta della procura di Genova pone sotto la lente l’imprenditore Alessandro Cristilli e l’albergatore Christian Rosolani. Entrambi sono finiti agli arresti con le accuse di sfruttamento della prostituzione e spaccio. Mentre il vicepresidente della giunta regionale Alessandro Piana è finito sulla graticola perché avrebbe partecipato a uno degli happening (lui ha smentito sostenendo che quel giorno a quell’ora si trovava da un’altra parte). La trattativa, spiega oggi il quotidiano, è stata lunga ed è improvvisamente naufragata. Ma dopo qualche giorno la stessa escort ha fatto sapere di aver venduto ad altri sia le sue memorie che i filmati.
Il caso e i filmati
La vicenda comincia il 12 ottobre. La prostituta si presenta all’hotel Shangri La di Roma con il compagno imprenditore. Sostiene di sapere tutto della vicenda e in effetti è citata nell’ordinanza che ha portato in carcere Rosolani e Cristilli. «Ho tanto da raccontare. Ma mi deve garantire l’anonimato», dice all’inizio. «Sono entrata in rapporti intimi con diversi personaggi. Mi dica cosa mi offre. Io mi sono assunta le mie responsabilità, sono stata schedata come prostituta. Adesso un amico poliziotto mi ha convinta: “Tu le cose le sai, vai e vedi cosa ti offrono”». Dice di aver subito un interrogatorio e che nell’occasione ha riconosciuto due agenti presenti come suoi clienti. «Quando l’ho dichiarato, chi mi stava facendo le domande ha detto al collega: “Chiudi il pc, il verbale termina qui”. E allora io ho ribattuto: “Ma così non vale”».
La clientela
Secondo la prostituta la maggior parte della sua clientela erano poliziotti, finanzieri e carabinieri. Poi parla dei video: «Io ho delle immagini fooorti, ma non tanto a livello sessuale. Forti per il personaggio che si vede e per la droga. Ci sono belle scene». Ma non è Piana: «No, ma io facevo ‘sti video quasi per caso e gli altri si raccomandavano: “Non li pubblicare mai!». Prosegue: «Piana l’ho visto una sola volta. La data della festa non me la ricordo. Con lui non ho fatto sesso. Ma c’era, anche se non ho le prove, né un messaggio, né un video». E riguardo la cocaina, la escort conferma: «A quelle feste si andava solo per quello». Poi parla di un suo cliente: «C’è un personaggio di cui non mi viene in mente il nome, un personaggio di quel genere, forse un assessore. È stato con me nella casa di appuntamento e a delle feste. Un giorno, lavoravo in un bar della Foce, me lo sono trovata davanti con la moglie intento a fare colazione. Quando mi ha vista è diventato verde».
I filmati
Nei filmati «ci sono io che vesto da donna *** (uno dei personaggi citati nell’inchiesta, ndr). Era la sua passione. Aveva perso una penitenza e gli ho messo le calze a rete, il rossetto. Era seduto sul gabinetto con un collare. Gli dicevo: “Fai il mio cane “. Se lo faccio pubblicare gli rovino la carriera». E poi «alcuni invitati che pippano, le penitenze…». E il sesso? «Mi creda, ben poco, roba da ragazzini drogati… gente nuda con le calze a rete. Facevano questi giochetti, queste partite a biliardo, uomini contro donne. Una sana tr… non se la faceva nessuno». Tutte le volte che andava le davano mille euro. Ma sulle sue parole non c’è alcun riscontro.