Israele-Hamas, Charles Michel: «L’Ue non ha doppi standard su Gaza, l’unità sia la nostra forza»
«L’Unione europea non ha doppi standard» quando si parla della guerra Israele-Hamas. Lo ha detto il presidente Consiglio europeo, Charles Michel, poco prima dell’inizio del vertice che avrà come focus il conflitto e i rischi di escalation in tutto il Medio Oriente. «Noi crediamo in un sistema basato sui valori e il rispetto delle regole e sia io che i miei colleghi continuiamo a spiegarlo ai nostri partner del Sud Globale». E poi ancora: «Ma c’è chi nel mondo usa questo argomento per attaccare l’Ue e instillare dubbi sulla nostra credibilità: questo momento è importante dal punto di visto geopolitico e la nostra unità sarà la nostra forza nei nostri rapporti con il Sud Globale», conclude. La gestione europea del conflitto tra Israele e Hamas dopo l’attacco terroristico del partito-milizia del 7 ottobre scorso ha messo a nudo posizioni per certi versi discordanti, seguite da annunci frettolosi e successive smentite. Dopo l’improvvisa operazione via terra, aria e mare di Hamas nel Sud di Israele, il coro di condanna da parte delle istituzioni comunitarie è stato unanime. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha posto fin da subito l’accento sul «diritto di Israele di difendersi contro gli attacchi così atroci», il suo messaggio su X. Una linea da cui si sono smarcati per certi versi l’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri, Joseph Borrell, e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, secondo i quali «Israele ha il diritto di difendersi ma in linea con il diritto internazionale» al fine di fermare «questa orribile violenza». Posizione, questa, che ha spinto la numero uno della Commissione ad aggiustare il tiro nella sue ultime uscite: «Israele ha il diritto all’autodifesa in linea con il diritto internazionale», le parole di Von der Leyen nell’aula di Strasburgo. Il caos sull’azione dell’Ue al conflitto Israele-Hamas era già cominciato 48 ore dopo gli attacchi, quando il commissario europeo per l’allargamento, l’ungherese Olivér Várhelyi, aveva annunciato la sospensione di «tutti i finanziamenti dell’Unione destinati al popolo palestinese». Un annuncio che era stato smentito – dopo poche ore – direttamente da Borrell poiché «punendo il popolo palestinese, la sospensione dei finanziamenti avrebbe danneggiato gli interessi dell’Ue nella regione e avrebbe solamente incoraggiato ulteriormente i terroristi».
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