Il giallo dello yacht fantasma di Fregene, scovato in Francia il proprietario: cosa non torna dietro la fuga
Si chiama Ante Krstulovic ed è un cittadino croato il proprietario dello yacht che lo scorso 22 ottobre si è arenato a Fregene, a nord di Roma, con un motore ancora funzionante e nessuno a bordo. Per rintracciare l’uomo, racconta oggi la Repubblica, ci sono voluti ben cinque giorni. A trovarlo sono stati gli investigatori della Guardia di Finanza, che hanno convocato Krstulovic a Roma. L’uomo, che si trovava in Francia, dovrà incontrare le Fiamme gialle tra venerdì e sabato insieme alle altre due persone che si trovavano con lui a bordo dello yacht Carpe Diem. Il nome di Krstulovic non risulta iscritto nel registro degli indagati, ma ci sono ancora diversi aspetti della vicenda da chiarire. All’indomani dello spiaggiamento sul litorale di Fregene, gli inquirenti si sono concentrati sull’ipotesi del furto o dell’abbandono. Poi la Capitaneria di Porto di Roma ha fatto chiarezza sull’accaduto. Pare infatti che i tre occupanti della Carpe Diem avessero lanciato nei giorni precedenti un messaggio di soccorso per un’avaria e che fossero stati tratti in salvo al largo di Anzio e trasportati fino a Genova, mentre la loro barca andava alla deriva.
Una spiegazione plausibile, se non fosse che ci sono alcuni elementi ancora poco chiari di questa versione. Uno su tutti: perché il proprietario si è completamente disinteressato del suo yacht da oltre 100mila euro dopo che è andato alla deriva per le acque italiane? Ora che finalmente Krstulovic si è fatto vivo, dovrà chiarire questo aspetto – e non solo – alle forze dell’ordine. Un altro elemento su cui vogliono fare luce gli investigatori riguarda gli spazi interni della barca, che sono stati trovati in subbuglio. A bordo della “Carpe Diem” sono stati rinvenuti anche alcuni scontrini che farebbero ipotizzare una tappa fatta di recente sulla costa di Lecce e a Marina di Camerota. Pare inoltre che lo yacht sia stato oggetto di molte compravendite negli scorsi anni, senza mai coinvolgere proprietari italiani. Nonostante la barca sia stata trovata con un motore acceso e uno spento, il transponder era stato disattivato. Di conseguenza, è praticamente impossibile ricostruire la rotta che ha seguito lo yacht prima di andare alla deriva.
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