Julie Tronet, la famiglia della ragazza suicida incontra il rettore dell’Università. Il fratello: «Era fragile, ma questa morte non si può accettare»
«Mia sorella era fragile, ma una morte così non si può accettare». Sono queste le parole del fratello di Julie Tronet, studentessa francese in scambio trovata morta domenica scorsa Lecce, al rettore dell’università della città salentina, Fabio Pollice. Sulla vicenda ci sono ancora più domande che risposte, ma è quasi certo che Julie si sia suicidata. La 21enne, a Lecce per un programma di doppia laurea è stata rinvenuta esanime dal coinquilino, nella sua stanza dell’appartamento in via Pappacoda, con un capo della corda attorno al collo e l’altro attaccato all’anta dell’armadio. Vicino a lei, un bigliettino di scuse per i genitori: «È troppo quello che mi è successo». Nei giorni precedenti aveva raccontato di essere stata violentata e l’abuso era stato certificato anche dagli operatori del pronto soccorso. Per l’atto c’è un indagato per violenza sessuale e istigazione al suicidio: un 19enne brindisino che afferma di aver avuto con lei un rapporto consensuale.
«Non riesco a rassegnarmi»
«Julie era entusiasta di questa esperienza di studio a Lecce – ha detto la madre, Nathalie, a Pollice – la città le piaceva e ci aveva chiesto di raggiungerla quanto prima. Mia figlia era molto brava negli studi che seguiva con grande passione. Certamente era una ragazza con le sue fragilità, ma con problemi comuni a tanti della sua età. Era una persona molto sensibile, ma nessuno di noi, in famiglia, ha mai pensato – ha aggiunto – che potesse togliersi la vita. Amava la Filosofia e avrebbe voluto diventare una ricercatrice. Questo era il suo sogno. Un sogno semplice. Non c’è niente di peggio per una madre. Ora ho il cuore a pezzi». È stata l’Università a prendere i biglietti ai familiari. In Francia, Julie studiava all’École normale supérieure. Le indagini proseguono, mentre la famiglia continua a chiedersi come possa essere avvenuta la tragedia: «Mia sorella era una ragazza serena, solare, amava i cani, aveva tanti interessi. Non posso rassegnarmi», ha detto il fratello di Julie al rettore.
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