Gaza, l’offensiva di terra di Israele: «Uccisi centinaia di membri di Hamas, ma sarà lunga». Panico nella Striscia tra bombe e blackout
È in corso ormai da quasi 24 ore – dalla serata di venerdì 27 ottobre – l’avanzata dei mezzi corazzati di Israele dentro la Striscia di Gaza. Le autorità di Gerusalemme hanno fornito ben pochi dettagli al riguardo, limitandosi a precisare che quella in corso «non è l’invasione di terra» evocata da settimane, ma piuttosto una «espansione delle operazioni» mirate portate a termine negli ultimi giorni. E nel pomeriggio di oggi Israele ha lanciato un nuovo appello urgente ai palestinesi residenti nel nord della Striscia e a Gaza City a «spostarsi immediatamente» verso sud «per la propria sicurezza». «La vostra finestra di opportunità si sta chiudendo», ha avvertito il portavoce militare Daniel Hagari, ricordando il legame tra l’offensiva in atto e la strage compiuta da Hamas il 7 ottobre scorso. Con l’avanzata delle ultime ore la regione di Gaza City «è diventata un campo di battaglia», ha aggiunto Hagari, mentre il il capo di stato maggiore dell’esercito Herzl Halevi ha detto che l’incursione ha già portato alla distruzione di infrastrutture e all’eliminazione di diversi comandanti di Hamas: «Il nemico ha molte centinaia di morti», ha rivendicato in un messaggio, aggiungendo che «i nostri obiettivi sono chiari ma la strada sarà ancora lunga». Sul piano politico, il ministro della Difesa Yoav Gallant ha messo il cappello sull’intervento sottolineando come con l’operazione lanciata oggi la guerra entri in una «nuova fase».
Blackout a Gaza, anche i soccorsi in tilt
Sul modo in cui si sta sviluppando esattamente l’operazione israeliana si possono fare di fatto solo congetture, considerato che dalla tarda serata di ieri – sotto costanti bombardamenti dal cielo – la Striscia è finita in un blackout pressoché totale delle comunicazioni. La connessione internet è fuori uso, così come larga parte della rete telefonica. Secondo la Croce Rossa palestinese, è stata la stessa Israele a provocare il blackout per coprire la propria avanzata. Il chiaro intento è quello di rendere precario se non impossibile il coordinamento della risposta da parte di Hamas. Ma a fare le spese del blackout sono anche i civili palestinesi e gli operatori medici e umanitari. Quella tra venerdì e sabato è stata «la peggiore notte» dall’inizio della guerra per l’intensità dei bombardamenti, hanno riferito ad Haaretz alcuni residenti di Gaza, secondo i quali ci sono stati attacchi incessanti da parte delle forze armate israeliane nella parte orientale della città, dal campo profughi di Jabaliya a Bet Lahiya e Bet Hanun. E il segretario generale dell’Oms in persona ha lanciato l’allarme per i soccorsi medici, denunciando come il blackout stia rendendo impossibile alle ambulanze raggiungere i feriti dai raid aerei. Secondo il corrispondente di Al Jazeera, nell’impossibilità di trovare ambulanze molti portano morti e feriti in ospedale direttamente nelle loro macchine. Diverse organizzazioni internazionali o ong che hanno sedi nella Striscia – come l’Unicef o Medici senza frontiere – hanno fatto sapere di avere perso i contatti con il loro personale sul posto e di essere estremamente preoccupati per le possibili conseguenze. Secondo il ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, i morti nell’enclave dall’inizio delle ostilità hanno ormai superato quota 7.700. Mentre il numero di membri del personale delle Nazioni Unite uccisi a Gaza è salito a 53, dopo che 14 hanno perso la vita nelle ultime 24 ore, secondo l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa). Quasi 640 mila degli 1,4 milioni di sfollati interni a Gaza si sono rifugiati in 150 strutture in tutta la Striscia.
Gli obiettivi di Israele
Centellinando gli aggiornamenti sull’operazione in atto, questa mattina l’Idf si è limitata a far sapere per bocca del portavoce Daniel Hagari che «le nostre forze di terra si trovano ancora sul terreno e portano avanti la guerra», che ad essere coinvolte nella “estensione delle attività di terra” sono in particolare «unità di fanteria, dei carristi, del genio e dell’artiglieria, sostenuti da un forte volume di fuoco» e che non c’è stata sinora alcuna perdita. I «bombardamenti massicci» avrebbero centrato nelle scorse ore un importante obiettivo, uccidendo il comandante delle Forze navali di Hamas della Brigata di Gaza city Ratib Abu Tzahiban. Tzahiban ha organizzato e comandato il tentativo di infiltrazione in Israele dello scorso 24 ottobre. La stessa Hamas mantiene però il tono di sfida, sostenendo che «l’esitazione di Israele di fronte all’invasione di terra di Gaza dimostra uno stato di confusione e paura». «La resistenza è pronta allo scontro», ha aggiunto Izzat al-Reshek, citato dall’agenzia di stampa Shehab, vicina alla stessa Hamas. Intanto il presidente della Turchia Erdogan chiede a Israele di «mettere fine a questa follia: i bombardamenti israeliani su Gaza si sono intensificati la scorsa notte e ancora una volta hanno preso di mira donne, bambini e civili innocenti e hanno peggiorato la crisi umanitaria in corso».
Come stanno gli italiani a Gaza
«I 14 italiani che sono nella Striscia, sono tutti sotto la Linea Rossa… sono tutti salvi, non ci sono combattimenti, non ci sono rischi in questo momento», a dirlo al Tg2 il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, collegato dall’Unità di Crisi della Farnesina.
Il varco
La situazione di blackout delle comunicazioni sta aumentando il panico tra le persone, che si sentono isolate e sotto assedio. Raggiunto su Whatsapp dall’agenzia di stampa Agi, Belal Khaled, un fotografo freelance palestinese, ha descritto le scene di panico tra i residenti radunati all’ospedale Nasser. «La gente è spaventata, si sente in un limbo, non sa che cosa sta succedendo attorno». Intanto Israele ha pubblicato una mappa in cui sono indicati i cinque tunnel usati da Hamas e che sarebbe stati distrutti nelle ultime ore dall’aviazione israeliana. Sono quelli di North Gaza, Deir al-Balah e Khan Younis, al confine con Israele, Gaza e Rafah. Qui si trova il varco d’accesso all’Egitto utilizzato per far entrare nei giorni scorsi i primi aiuti umanitari diretti alla popolazione palestinese.
Il missile terra-aria dal Libano
Poco fa l’esercito israeliano ha sventato un missile terra-aria lanciato da Libano verso un drone israeliano. A riferirlo il portavoce militare aggiungendo che ora l’esercito sta colpendo in risposta il luogo da cui è partito il missile. Non solo, «ieri, i terroristi Hezbollah hanno tentato di lanciare razzi verso il territorio israeliano. I razzi sono caduti in Siria. Nella notte i jet israeliani hanno risposto colpendo infrastrutture militari di Hezbollah in Libano». L’ambasciata americana a Beirut – secondo quanto riferisce al Arabiya – invita i connazionali a lasciare immediatamente il Paese.
Il giornalista e i genitori morti
Abc News riferisce che il Dipartimento di Stato Usa non era a conoscenza dell’espansione delle operazioni di terra finché non è stata annunciata dall’esercito israeliano. Intanto l giornalista di Al Jazeera Wael Al-Dahdouh continua a riferire in diretta su quanto avviene a Gaza nonostante due giorni fa abbia perso una dozzina di membri della sua famiglia in un attacco aereo israeliano. Capo dell’ufficio di Gaza dell’emittente araba, il giornalista venerdì è stato in onda per diverse ore parlando in diretta mentre in sottofondo si sentivano esplosioni. Mercoledì scorso la moglie, il figlio, la figlia e il nipote di Al-Dahdouh sono stati uccisi da un attacco aereo che ha colpito una casa nel campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza.
Un milione di bambini
La sua famiglia – secondo quanto riferito da Al Jazeera – si era rifugiata lì dopo essere stata sfollata. In totale di 12 membri della sua famiglia, tra cui nove bambini, sono rimasti uccisi nell’esplosione. Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj) fa sapere che almeno 29 giornalisti hanno perso la vita dal 7 ottobre scorso nella guerra tra Israele e Hamas. Catherine Russell, direttore generale dell’Unicef, ha fatto sapere di aver perso i contatti con i colleghi a Gaza. Russel si è detta «preoccupata per la loro sicurezza e per un’altra notte di orrore indicibile per un milione di bambini a Gaza. Tutti gli umanitari, i bambini e le famiglie devono essere protetti».
No negoziati
Intanto Hamas ha fatto sapere che non sono in corso negoziati con Israele per un potenziale cessate il fuoco o scambio di prigionieri. A dirlo ad Al Jazeera è stato il portavoce Osama Hamdan. «Ci sono stati sforzi politici per raggiungere un tale accordo», ma non ci sono «colloqui» a causa dell’intensificarsi dei bombardamenti israeliani a Gaza, ha spiegato Hamdan. Sottolineando che le forze israeliane si stanno muovendo verso i confini di Gaza da diversi punti. «È chiaro che hanno iniziato l’invasione di terra, ma sono preoccupati per le conseguenze, Sono preoccupati per ciò che potrebbe accadere sul terreno e stanno affrontando una resistenza molto forte», dice Hamdan.
L’attacco a Hezbollah
Le forze israeliane, entrate ieri sera a Gaza, sono ancora nella Striscia mentre continua l’operazione avviata con le truppe e i tank. Il capo di stato maggiore Herzi Halevi – secondo le stesse fonti – attualmente sta tenendo una valutazione della situazione in corso al termine della quale saranno prese decisioni in merito alla continuazione dell’operazione di terra. Sono segnalati scontri con Hamas a Bureji, nella parte centrale di Gaza, e in altre località. Al momento – secondo le stesse fonti – non ci sono vittime né feriti tra i soldati israeliani. Un caccia israeliano ha attaccato un’infrastruttura militare di Hezbollah nella notte. Le sirene d’allarme anti razzi da Gaza sono riprese da poco nelle comunità israeliane attorno alla Striscia.
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