Sì al premierato, stop alla nomina dei senatori a vita: c’è l’intesa nel centrodestra sul progetto di riforma della Costituzione
Via libera al premierato, stop alla nomina dei senatori a vita da parte del presidente della Repubblica. È il senso di marcia verso cui si orienta la maggioranza di governo sul progetto di riforma costituzionale, che approderà in Consiglio dei ministri tra pochi giorni, venerdì 3 novembre. Lo ha fatto sapere palazzo Chigi al termine della riunione di oggi, presieduta dalla premier Giorgia Meloni, parlando di «piena condivisione del progetto di riforma costituzionale che prevede l’elezione diretta del Presidente del Consiglio» da parte delle forze di maggioranza. Al vertice hanno partecipato i ministri e vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, il ministro per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa Elisabetta Casellati, i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, Lorenzo Cesa dell’Unione di Centro e Maurizio Lupi di Noi Moderati. «Siamo d’accordo anche sul testo sulle riforme che verrà rappresentato al prossimo Consiglio dei ministri», ha confermato il vicepremier Antonio Tajani, al termine del vertice. Dello stesso tono il commento di Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, che siglata l’intesa di massima ha detto di ritenere che «il Cdm questa settimana approverà il disegno di legge e poi ci sarà il suo iter».
Stop alla nomina di senatori a vita: che succederebbe con la riforma
Nel progetto di riforma sarebbe previsto dunque anche lo stop alla nomina di nuovi senatori a vita da parte del presidente della Repubblica, secondo quanto riferiscono fonti dell’esecutivo. Ricoprirebbero dunque in futuro tale ruolo soltanto gli ex Capi dello Stato, che a norma di Costituzione entrano di diritto e a vita a far parte del Senato. Se il progetto di riforma passasse tutti gli scogli, dunque, gli attuali senatori a vita di nomina quirinalizia – Mario Monti, Elena Cattaneo, Renzo Piano, Carlo Rubbia e Liliana Segre – resterebbero in carica fino alla fine del loro mandato. Ma dopo di loro non ne verrebbero più nominati altri, come accade oggi. Attualmente infatti l’articolo 59 della Costituzione prevede che il presidente della Repubblica possa nominate cinque cittadini che abbiano «illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico, letterario». Su eventuali modifiche riguardo la nomina dei senatori a vita, Lupi non si è sbottonato: «Lasciamo al Consiglio dei ministri la possibilità di proporre il disegno di legge costituzionale e illustrarlo. L’importante è che ancora una volta la maggioranza è compatta sui punti cardine con i quali si è presentata alle elezioni».
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