L’attore Rodolfo Laganà, la sclerosi multipla e la felicità: «Grazie alla fede rido della malattia, ma Roma in carrozzina è un’impresa»
L’attore Rodolfo Laganà ha una diagnosi di sclerosi multipla dal 2012. Nei suoi spettacoli parla della malattia e della difficoltà a girare Roma in carrozzina. E oggi in un’intervista a La Verità racconta che per i quarant’anni di carriera ha deciso di regalarsi una canzone dal titolo Nun se scherza con l’amore. «Questa canzone è stata cantata da Claudio Villa nel lontano 1957 e poi non l’ha mai più riproposta nessuno ed è un vero peccato. Con il produttore Marco Rinalduzzi – amico e collaboratore da oltre 40 anni – la abbiamo ascoltata e non solo ci è piaciuta moltissimo ma abbiamo deciso che doveva dare il nome a tutto il cd», dice a Giulia Cazzaniga.
La felicità
Laganà dice che «se devo spiegare come faccio a essere un uomo felice in mezzo ai guai, mi vengono in mente subito i volti di tutte le persone che mi vogliono bene. In primis mio figlio Filippo, poi la mia ex compagna Gloria e poi tutti i miei tanti amici». Poi spiega la sua comicità: «Ho sempre giocato con il surreale, che mi appassiona molto: ho cercato di raccontare la realtà prendendo spunto dalla concretezza della vita e poi rilanciandola fino alla risata». È credente: «Del mio angelo custode faccio un vero vanto: è molto bravo, anzi gagliardo. Ma non mi faccia parlare troppo di questi temi di fede, che non sono poi un bravo osservante delle regole e soprattutto sono temi indicibili fino in fondo. C’è persino il rischio di passare per matti, a volte, se si racconta qualcosa di così personale».
La fede e la malattia
Aggiunge che la fede lo ha aiutato «a superare le fasi difficili. Addirittura a trasformare la malattia in un vantaggio. A non buttarmi giù e vedere sempre le cose con speranza. Però anche della malattia, glielo devo confessare, mi sono pure un po’ stufato di parlare». Ma qualcosa gli ha fatto male: «Ad esempio, c’è stato qualcuno che sapendo delle mie condizioni fisiche ha pensato io non fossi in grado di ricoprire questo o quel ruolo Qualche episodio sul lavoro che mi ha fatto incazzare c’è stato. Però devo essere ancora una volta sincero: la comprensione e l’amore che mi circonda son stati ben superiori rispetto alle ingiustizie e alle cose negative».
Trastevere e la carrozzina
Infine, parla della difficoltà di vivere la sua città (Roma) e il suo quartiere (Trastevere) in carrozzina: «Perché ancora non mi capacito di come il nostro Paese sia lo stesso che da una parte mi offre un servizio sanitario ottimo – non mi è mai mancato niente – e assistenza gratuita, non riesce però a eliminare le barriere architettoniche». Ma il quartiere «è così bello che non lo abbandonerei mai. E poi i gradini, i muri, le buche, sono davvero ovunque e rendono difficile tutto per chi vive in sedia rotella in ogni parte d’Italia. Questione di rispetto, che avremmo dovuto imparare nel 2023 ma evidentemente non ci interessa. C’entra il Comune, sì certo, ma anche i romani».
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