Caso Giambruno, Pier Silvio Berlusconi rompe il silenzio: «Dispiaciuto per Meloni, tutte le dietrologie sono ridicole»
Pier Silvio Berlusconi rompe il silenzio sul caso Giambruno, ex compagno della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ed ex conduttore della trasmissione Diario del giorno su Rete 4 dopo i fuorionda di Striscia la notizia. «Sono molto vicino a Giorgia e sono molto dispiaciuto, ma tutte le dietrologie sono ridicole. Su questo tema non ho altro da aggiungere», ha detto il figlio del Cav., intervistato da Bruno Vespa nel libro Il rancore e la Speranza, in uscita l’8 novembre. Della vicenda legata al giornalista aveva già parlato Marina Berlusconi, allontanando l’ipotesi di una presunta frattura nascente tra Forza Italia e Fratelli d’Italia. Secondo alcuni, infatti, i fuorionda del Tg satirico erano stati pubblicati con il placet dei vertici di Mediaset. Idea, questa, smontata direttamente dalla primogenita di Silvio Berlusconi, Marina, bollandola come «priva di senso logico e spesso anche contraddittoria». Nella pubblicazione di Vespa, Pier Silvio Berlusconi, liquida la vicenda Giambruno con un breve passaggio, ma parla invece di altro. Dell’occasione, ad esempio, in cui la famiglia pensò di vendere Mediaset.« È stato il ’98 quando è arrivata una offerta importante da Rupert Murdoch. Marina ed io facemmo pesare la nostra opinione, ma la decisione è stata ovviamente di nostro padre, non solo per amore nei confronti delle aziende, ma soprattutto nei confronti dei nostri collaboratori. Per me ha pesato molto il rapporto con le persone che lavorano a Mediaset», ha detto Berlusconi. Nell’intervista rilasciata a Vespa, l’ad di Mediaset espone inoltre i piani per il futuro dell’azienda. «A fine settembre 2023 l’Antitrust europeo ha dato l’ok perché la nostra Media for Europe possa eventualmente assumere il controllo della tedesca Prosiebensat e questo è un elemento decisivo per il futuro del nostro progetto», ovvero «costruire una grande piattaforma europea per la distribuzione di contenuti e per la vendita della pubblicità, che abbia dimensioni e tecnologie tali da farci sedere allo stesso tavolo dei giganti del web», ha concluso.
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