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A Ignazio La Russa non piace la norma anti-ribaltone del premierato: «Meglio tornare al voto»

01 Novembre 2023 - 08:39 Redazione
Il presidente del Senato: così mi sembra troppo arzigogolato

Il presidente del Senato Ignazio La Russa non apprezza la norma anti-ribaltone nella riforma sul premierato del governo Meloni. La Russa parla in un’intervista a la Repubblica, e dice di farlo «a titolo personale. Non ho ovviamente partecipato alla stesura del testo. Io toglierei quel meccanismo che prevede che, una volta caduto un premier, possa nascere un altro governo con un altro presidente del Consiglio, a patto di essere sostenuto da chi ha votato almeno una volta la fiducia al precedente esecutivo». Nel colloquio con Tommaso Ciriaco La Russa dice che gli sembra «arzigogolato. Se devi fare l’elezione diretta del premier, allora meglio farla fino in fondo. Sarebbe meglio dire: se il premier si dimette o viene sfiduciato, si torna al voto». Ovvero, La Russa vorrebbe un meccanismo che «assomiglia», dice, al sindaco d’Italia. E la premier Meloni? «Non ne ho parlato con lei. So però che la pensa così in generale, diciamo storicamente, perché di queste cose dibattiamo da molti anni». Sul ruolo del presidente della Repubblica «non è vero che c’è una grave compressione, anzi: dovete ricordare che mantiene il potere più importante, quello di controfirmare le leggi. È il primo parere costituzionale sulle leggi». Mentre la proposta del centrodestra rappresenta già un compromesso: «È la cosa meno invasiva possibile. Bisogna ricordare che le alternative sono quelle che abbiamo sempre sostenuto: semipresidenzialismo alla francese o presidenzialismo americano. Altrimenti meno di questo c’è che non facciamo niente». Anche il Fatto Quotidiano pubblica un colloquio con La Russa: «In Fratelli d’Italia di riforme costituzionale mi sono sempre occupato io, sono l’esperto. Questa è la madre di tutte le riforme e spero che venga approvata nel più breve tempo possibile. Per me al referendum non dovremmo arrivarci. Io sono per fare qualche concessione all’opposizione che non stravolga il testo iniziale per coinvolgere la maggioranza più ampia possibile arrivando ai due terzi. Io farò la mia parte per riuscirci».

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