Manda video hot e messaggi alla ex, ma sbaglia e scrive a un’omonima: a processo per stalking
M.L., 60 anni, è a processo a Roma per stalking. Ha perseguitato una donna per un anno dal 2013 al 2014. Ma ha sbagliato numero di telefono. Voleva infatti contattare la sua ex, che però aveva prudentemente buttato la scheda per acquistarne un’altra. Lui l’ha cercata in rete ma ha sbagliato persona. «Mi ricordo che è iniziato un giorno qualunque, senza un’apparente motivazione. All’inizio quando ho ricevuto le prime chiamate da un numero sconosciuto ho risposto tentando di spiegare che non ci conoscevamo e che probabilmente aveva sbagliato persona, ma non è servito a nulla», ha raccontato la vittima in Aula. Lei all’epoca faceva parte di un’associazione e aveva lasciato il suo contatto in rete. Mentre la sua vera ex fidanzata dopo averlo lasciato tra 2012 e 2013 aveva cambiato recapito.
Lo stesso nome e cognome
La vittima aveva lo stesso nome e cognome. «Erano tutti messaggi a sfondo sessuale, schifosi», ricorda oggi nel racconto de Il Messaggero. «Ricevevo video erotici in cui lui mostrava parti intime», ha aggiunto. La vittima ha un figlio che all’epoca aveva due anni. «Dapprima gli ho anche parlato per chiedergli di smettere. Ho cercato di spiegargli che stava sbagliando persona. Ma lui ha continuato finché lei non lo ha bloccato. «Per qualche settimana c’è stata una pausa, poi sono arrivati i contatti da numeri anonimi. Dato che non sapevo che faccia avesse ho avuto paura che si potesse presentare al lavoro». Solo dopo la denuncia per stalking la persecuzione si interrompe.
Le scuse
E l’imputato davanti alla giudice Ilaria Armarù ha provato a scusarsi: «Ero incosciente, vostro onore. Soffrivo di depressione. Sono stato in cura da uno psicologo per anni. Poi ho deciso di interrompere la terapia perché non potevo permettermela. Quando mandavo messaggi ero sotto benzodiazepine, che mischiavo con una bottiglia di Jack Daniels. Quindi non mi rendevo conto di quello che facevo». L’uomo si è scusato pubblicamente con la vittima: «Perdonatemi, non volevo recare danno a nessuno».