Il comico Lexus a Otto e mezzo: «Meloni aveva capito che era uno scherzo? Ma se è rimasta al telefono con noi mezz’ora…»
Escono volentieri dal cono d’ombra, Lexus & Vovan, ora che lo scherzo telefonico a Giorgia Meloni è andato in onda e ha creato un caso in Italia e nel mondo per il (nuovo) buco nei sistemi di sicurezza dei canali diplomatici occidentali. Uno dei due comici russi, Lexus, dopo aver parlato nelle scorse ore con Fanpage, è stato ospite questa sera di Lilli Gruber da Otto e mezzo. E pur rifiutandosi di dare dettagli su come sia riuscita la beffa a Palazzo Chigi, fornisce una serie di nuovi elementi di valutazione su quanto accaduto lungo quella cornetta lo scorso 18 settembre. Davvero la premier aveva capito «subito» che si trattava di uno scherzo, come ha sostenuto oggi il sottosegretario Alfredo Mantovano, chiede al comico Lilli Gruber? Lexus quasi ci ride sopra: «Altro che 13 minuti, abbiamo parlato quasi mezz’ora. Se la vostra prima ministra ha tanto tempo da divertirsi così, ne ha davvero tanto da buttare». Poi, oltre al dallo la beffa: «L’abbiamo interrotta noi alla fine, perché avevamo un’altra telefonata che ci attendeva. Tanto avevamo già ottenuto le risposte che interessavano ai cittadini russi, e al resto del mondo». Ma se di questa telefonata sono stati tagliati dalla versione poi pubblicata altri 15 minuti, che altro c’era nella parte non pubblicata? E perché non renderla pubblica? Lexus non fornisce dettagli, ma accetta la sfida: «Senza problemi, pubblicheremo anche quella parte».
Il sospetto di legami coi servizi e la teoria sulla guerra in Ucraina
Per tutta la durata della trasmissione – considerati anche i toni di sfida anti-occidentali usati a lungo da Lexus – aleggia lo spettro del sospetto che il duo sia in realtà manovrato, o sia parte integrante, dei servizi segreti russi. Tesi che Lexus di nuovo smentisce categoricamente. Anche se a domanda specifica del direttore di Libero Mario Sechi riconosce di essere allineato con il Cremlino sulla necessità dell’invasione dell’Ucraina: «Di questo penso ciò che pensa ogni russo: che ogni cittadino russo che vive in Ucraina deve essere protetto secondo quanto prevede lo Statuto Onu». Quanto ai dubbi fatti emergere dalla conduttrice sulla reale possibilità che i due svolgano il ruolo di comici liberi in un Paese come l’attuale Russia di Putin, Lexus svia abilmente la questione: «È da noi che manca la libertà d’opinione? Chi vi parla ha avuto un canale video chiuso da YouTube su richiesta esplicita del ministro della Difesa del Regno Unito, perché era stato colpito da uno scherzo». E il governo italiano è stato più facile o difficile da bucare degli altri già colpiti negli anni passati? «Direi che il livello di sicurezza è medio. Sicuramente non potremmo fare uno scherzo del genere a Putin, dato che le linee del cerimoniale diplomatico russo sono molto più protette. Ma lo stesso penso si possa dire della Casa Bianca o dei vertici della Cina. La sicurezza in questi Paesi funziona in modo migliore», valuta Lexus. Quanto a Meloni, comunque, il comico conferma l’opinione già espressa che «è una persona viva, con sua posizione, e non ha paura di spiegarla». Alla fine della conversazione, a tutti gli ospiti in studio – da Lucio Caracciolo a Sechi, da Andrea Scanzi a Mariolina Sattanino, il dubbio di un legame più o meno diretto coi servizi russi resta eccome. Se non la certezza.
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