Giorgia Meloni ne salva solo uno dai tagli di bilancio: Sergio Mattarella (e gli dà più soldi)
Dal taglio generalizzato e quasi orizzontale a tutti i capitoli di spesa e ai vari ministeri e organi dello Stato previsto dalla legge di bilancio di Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti uno solo si salva: Sergio Mattarella. Il suo Quirinale mantiene infatti invariata la dotazione per il 2024, di 224,259 milioni di euro. Ma la vede aumentare a 230,259 milioni nel 2025 e poi a 235,259 milioni di euro nel 2026, guadagnando nel periodo della legge triennale di bilancio esattamente 11 milioni di euro di fondi a disposizione (+4,9%).
I costi di Camera e Senato
Restano immutati nel triennio i fondi per il funzionamento di Camera e Senato, che insieme ammontano a 1 miliardo e 455,689 milioni di euro. Lì comunque non si è abbattuta la forbice, anche se non si capisce come faccia l’attuale parlamento a costare esattamente come costava quello della precedente legislatura che aveva 230 deputati e 115 senatori in più, con il loro codazzo di assistenti e collaboratori, uffici dove lavorare, rimborsi spesa da incassare. Un non taglio e un non aumento che però è così solo sulla carta, e in sostanza è sostanzioso aumento.
I tagli alla Presidenza del Consiglio
Per fare capire però il riguardo particolare usato nei confronti del Presidente della Repubblica (con cui è sempre meglio mantenere buoni rapporti quando si è al governo), basta dire che la scure della spending review si abbatte senza riguardo particolare sulla stessa Meloni e quindi sulla presidenza del Consiglio dei ministri. I 526,899 milioni di euro di fondi 2024 diventano 525,119 nel 2025 per poi scendere a 484,644 milioni di euro nel 2026. Durante il triennio la Meloni dunque perde per sua decisione ben 42,255 milioni di euro (-8,019%). Questa riduzione opera poi sui vari capitoli di spesa della presidenza del Consiglio dei ministri, anche quelli che riguardano capitoli sensibili per il programma di governo.
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