Svolta nel caso della donna legata al cimitero di Anzio, due arresti per tentato omicidio: l’ex genero e un complice
Era stata trovata con le mani legate, priva di sensi, la bocca coperta dal nastro isolante, nella cappella di famiglia del cimitero di Anzio, 50 chilometri a sud di Roma. A dare l’allarme era stato il custode, che l’aveva vista vagare tra le lapidi in stato di shock. E per più di una settimana gli inquirenti sono stati impegnati a ricostruire quanto accaduto, perché la 76enne inizialmente non era stata in grado di individuare i responsabili. Ora il gip di Velletri ha convalidato l’arresto in carcere dell’ex genero della donna e di un complice, accusati di tentato omicidio e rapina aggravata. Gli investigatori si sono concentrati dal principio sul contesto familiare, ipotizzando che la vicenda fosse legata all’ex compagno della figlia della vittima. L’uomo aveva ricevuto il divieto di avvicinamento alla casa della compagna, su disposizione del Gip, per sospetti maltrattamenti in famiglia. L’ipotesi è quindi che abbia agito per vendicarsi, e che abbia progettato un agguato insieme a un’altra persona. Secondo gli investigatori, la donna ha rischiato di morire e, se non è successo, è solo per cause indipendenti dalla volontà degli aggressori. A casa del complice, sarebbero poi state torvate delel fascette uguali a quelle usate per legare l’anziana nel cimitero.